Il ‘sì’ era nell’area nelle ultime ore e anche voci governative erano certe che la notizia da Washington sarebbe arrivata ieri. E difatti il direttorio del Fondo monetario internazionale ha approvato ufficialmente il rafforzamento del programma di assistenza finanziaria all’Argentina. L’ammontare totale dell’accordo sale a 56,3 miliardi di dollari dei quali 5,7 miliardi verranno resi disponibili immediatamente.

Le cifre finali differiscono leggermente da quanto era stato annunciato previamente, e che parlavano di un piano complessivo da 57,1 miliardi e di un esborso immediato di 8 miliardi. Ad annunciarlo, la stessa direttrice del Fmi, Christine Lagarde, via twitter.


Il comunicato del Fondo riferisce che “la conclusione della revisione permette alle autorità argentine ottenere approssimativamente 5,7 miliardi di dollari, ciò che eleva gli esborsi totali da giugno a oggi a 20,4 miliardi di dollari”. Nello stesso documento si informa che “il direttorio esecutivo ha approvato l’ampliamento dell’accordo fino ad approssimativamente 56,3 miliardi di dollari” e chiarisce che “le autorità argentine hanno chiesto di poter usare questo finanziamento come sostegno del bilancio”.

Sulla base dell’ok di venerdì, l’Argentina riceverà 35,8 miliardi di dollari per tutto il resto dell’anno e per l’intero 2019, con cifre quindi in aumento di quasi 19 miliardi di dollari rispetto all’accordo originale negoziato a giugno. Buenos Aires ha già ricevuto 15 miliardi di dollari nel giugno del 2018, che si sono però dimostrati insufficienti davanti al peggioramento della situziona economico-finanziaria del paese. Il resto dei fondi è previsto per il 2020 e il 2021.

In cambio della estesa linea di credito del Fmi, il governo di Mauricio Macri si è impegnato a pareggiare il bilancio del governo nel 2019, un anno prima del previsto. Ciò che è certo è che il denaro del Fondo monetario obbliga il governo a riforme ambiziose. Il debito – almeno negli impegni dell’esecutivo – nel 2019 dovrebbe passare dal 2,2 al 1,3 per arrivare al pareggio nel 2021. Una tabella di marcia decisamente ambiziosa.

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