Fmi-Argentina – Doppio via libera dal Fondo monetario internazionale all’Argentina, dopo gli ultimi incontri tecnici per ulteriori approfondimenti sulla situazione economico-finanziaria del paese. Buenos Aires ha difatti ottenuto un nuovo esborso da 5,3 miliardi di dollari, che nelle casse argentine arriverà a metà del mese corrente. È il risultato del superamento della revisione al quarto trimestre del 2022, effettuata dai tecnici del Fondo su deficit fiscale, emissione monetaria e riserve centrali.

Fmi-Argentina, nuovo esborso e revisione delle riserve

Inoltre, proprio in merito alle riserve, il Fondo monetario ha annunciato una modifica sostanziale degli obiettivi per il 2023 in precedenza assegnati alla Banca centrale del paese in merito alla quantità da accantonare.

I dettagli saranno precisati in un accordo successivo, in merito al quale il ministro dell’Economia, Sergio Massa, ha precisato che l’organismo di Washington ha tenuto conto delle minori possibilità di accumulare riserve come conseguenza della siccità che ha portato a un calo dell’export di prodotti agricoli, principale fonte di valuta pregiata. Le prime informazioni parlano di 3 miliardi in meno di riserve centrali nell’obiettivo trimestrale e 2 miliardi nell’obiettivo annuale per il 2023.


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Le condizioni climatiche degli ultimi mesi sono state avverse all’economia nazionale e le borse agricole argentine hanno previsto pesanti cali nei raccolti di soia, grano e mais fino al 35 per cento rispetto alla precedente campagna. Significa, in termini di valore, una perdita complessiva tra 15 e 17 miliardi di dollari, complicando gli impegni precedentemente assunti da Buenos Aires col Fmi sul terreno degli obiettivi valutari.

Il nuovo accordo da perfezionare, tuttavia, chiederà al governo di intervenire con più celerità sulla soppressione dei sussidi statali ai privati sull’energia elettrica che, effetto dell’aumento dei prezzi per la congiuntura internazionale, sono passati da 12 a 13,5 miliardi di dollari dal 2021 al 2022. È un aspetto che, però, preoccupa politicamente l’esecutivo di Alberto Fernández che al suo interno deve fare i conti con l’ala dura del peronismo, quella che fa capo alla sua vice Cristina Fernández, che continua a definire “inopportune intromissioni” le indicazioni del Fmi.

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