Il Fondo monetario internazionale non ha dubbi e torna ad avvertire che quella in atto, causata dalla pandemia di coronavirus, è la crisi economica più pesante dopo la Grande depressione del 1929. E, sottolinea Gita Gopinath, economista capo dell’organismo, in grado di superare gli effetti della crisi finanziaria cominciata nel 2008. Nel 2020, insomma, il mondo in recessione, come segnala l’ultimo World Economic Outlook del Fmi.

fmi outlook recessione globale 2020 pil argentina

La contrazione dell’attività economica globale per l’anno in corso è stimata dal Fmi al 3 per cento. Per l’Italia la previsione è del -9,1 per cento del prodotto interno lordo, dopo la Grecia peggiore nell’area euro per la quale si prevede un -7,5 per cento. Nessuno si salva da solo, è uno dei motti nella lotta alla pandemia, e, anche, nessuno cresce da solo vista l’inevitabile interconnessione dei mercati.

Anche gli Stati Uniti subiranno una forte perdita, passando dalla crescita del 2,3 alla decrescita del 5,9 per cento, come il Giappone a -5,2, la Spagna a -8, la Francia a-7,2, poco peggio del -7 per cento della Germania.


Rispetto alla media globale di descrescita, l’Argentina ha un outlook peggiore per l’anno in corso. Gli analisti del Fondo monetario indicano nel 5,7 la caduta del prodotto interno lordo albiceleste. La stima precedente, realizzata prima dello scoppio dell’emergenza Covid-19, parlava di un -2,2. In più, in linea con la tendenza degli altri paesi, si profila un aumento della disoccupazione rispetto all’ultima rilevazione fino al 10,9 per cento.

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Tuttavia, per elaborare il dato sull’Argentina il Fmi non ha preso in considerazione alcuni dati della situazione macroeconomica del paese, come il risultato di bilancio. Quest’ultimo, difatti, è e sarà strettamente legato alla sorte dei negoziati per la ristrutturazione del debito estero in corso con gli investitori privati.

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La recessione argentina nel 2020 risulta legata sia a fattori interni che esterni. Sul fronte interno primo tra tutti quello della caduta dei consumi determinata dalla quarantena obbligatoria. È stato calcolato che ogni settimana di isolamento porta a una diminuzione di mezzo punto di Pil. I fattori esterni sono irrimediabilmente legati alla recessione globale con una diminuzione dei prezzi delle materie prime e la caduta della domanda dei mercati di destinazione dell’export dell’Argentina, peraltro ultimamente tra le principali ‘armi’ del paese vista la svalutazione del peso argentino.

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