Dalla sua elezione nel 2015 l’esecutivo guidato da Mauricio Macri ha orientato la sua azione politica verso il rilancio dell’economia. Le riforme volute dalla squadra di governo vanno tutte nella direzione di favorire l’industria, il turismo e attrarre capitali dall’estero. Tuttavia, il 2018 è stato un anno di grandi sconvolgimenti per l’Argentina. L’economia del paese è stata colpita da una serie di tempeste senza precedenti: una delle più dure siccità degli ultimi decenni, la crisi del peso e il bailout di 50 milioni di dollari del Fondo monetario internazionale. Gli effetti di questi eventi sono stati catastrofici: la siccità ha causato una contrazione del 37 per cento della produzione agricola. I prezzi sono schizzati alle stelle e per la prima volta in vent’anni i germogli di soia sono stati importati dagli Stati Uniti. La perdita netta per le esportazioni argentine è stata, da marzo ad aprile 2018, di 3,4 miliardi di dollari, con una ricaduta sull’economia del 2,7 per cento. Dopo la siccità un altro duro colpo è stato inferto dalla crisi del peso. La perdita di valore della moneta è stata generata dalla politica della Banca centrale, che dal 2012 ha mantenuto un tasso di autosvalutazione del peso pari al 30 per cento annuo e il 5 per cento di imposta per l’acquisto del debito della Banca centrale da parte di investitori e risparmiatori stranieri (tassa voluta dal precedente governo che ha portato alla migrazione dei fondi stranieri).

Questi eventi, però, se hanno da una parte gravemente danneggiato la credibilità dell’Argentina agli occhi degli operatori economici, dall’altra – stando all’analisi di Forbes dal titolo “Argentina: a perfect storm creates a buying opportunity” – creano un’opportunità unica, e a basso costo, per penetrare nell’economia di un paese che sta per ricevere, grazie alle politiche pro-business dell’attuale dirigenza, nuovo vento alle vele. Anche la promozione a mercato emergente da parte di Morgan Stanley Capital International porterà beneficio all’economia argentina (si stimano 4,5/5 miliardi di dollari nei prossimi mesi). Inoltre, le abbondanti piogge durante la stagione del raccolto di grano e soia lasciano prevedere raccolti da record (20 milioni di tonnellate stimate, contro il precedente record di 18,2 milioni di tonnellate). Le conseguenze di un rilancio delle esportazioni agricole vanno, secondo le previsioni di Forbes, ben oltre la crescita economica. Infatti, sempre secondo la rivista americana,” i proventi delle tasse ridurranno il deficit finanziario e potrebbero persino innescare un trend di recupero per la moneta nazionale, con conseguente riduzione dell’inflazione e trascinando con sé anche la popolarità del presidente Macri”.


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