Il calo del prezzo della soia è un danno per l’Argentina, calcolato attorno ai 3 miliardi di dollari. È l’effetto della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti che rischia di avere pesanti conseguenze economiche anche sul paese sudamericano giacché il cereale ha toccato il prezzo più basso degli ultimi dieci anni. L’Argentina già stima i danni al suo comparto agricolo che ha nella soia uno dei prodotti di punta per l’esportazione. E alle sue finanze che potrebbero perdere fino a 900 milioni di dollari in termini fiscali.

Viene calcolato che per un raccolto previsto di 60 milioni di tonnellate, al prezzo medio dell’anno scorso di 340 dollari per tonnellata, la soia porterebbe 20 miliardi di dollari. Che scenderebbero a 17 se il prezzo dovesse mantenersi sui 300 dollari. Anzi, il prezzo nella Borsa di Chicago martedì 14 maggio è stato di 290 dollari e 210 in quelle di Buenos Aires e Rosario.


La caduta del prezzo internazionale della soia, in sostanza, rischia di mettere in crisi il piano di riordino fiscale del governo argentino di Mauricio Macri. Come sottolinea la stampa nazionale, le entrate previste dalla soia erano fissate in circa 16,2 miliardi di dollari e in questo momento sono di 15,2 miliardi. È chiaro che si tratta di previsioni: il raccolto non è ancora stato effettuato e non si sa quanto verrà esportato. Ma il timore che possa determinarsi uno scenario simile è forte.


In un contesto di prezzi bassi è possibile che i grandi produttori aspettino una migliore congiuntura per effettuare le esportazioni, una possibilità offerta dal massiccio utilizzo del sistema di stoccaggio dei grani nelle cosiddette “siloborse” (involucri che svolgono la funzione di silos in grado di contenere fino a 200 tonnellate di grani e conservarli per un periodo fino a due anni).

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Inoltre, un recente rapporto della Borsa dei grani di Rosario ritiene che il protrarsi dell’attuale congiuntura del prezzo della soia può rappresentare un problema per i conti pubblici: “L’aumento della produzione potrebbe non essere sufficiente a compensare la caduta dei prezzi provocando una contrazione dell’ingresso di valuta straniera in dollari originata dall’export di soia e di conseguenza degli ingressi statali sui diritti di esportazione”.

Da non sottovalutare una ulteriore conseguenza. Il contesto di prezzi bassi si ripercuote su tutta la catena di valore della soia, dal trasporti ai macchinari per la produzione, oltre a incidere significativamente anche sulle prospettive di investimenti del settore per la campagna 2019-2020.

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