A pochi giorni dal nuovo accordo tra governo di Buenos Aires e Fondo monetario internazionale, mentre il peso resta poco sotto i 40 punti rispetto al dollaro, notizia negative arrivano dalla produzione nazionale. L’industria argentina ha registrato ad agosto una contrazione del 5,6 per cento, secondo dati ufficiali dell’Indec, l’istituto nazionale di statistica. È la quarta caduta consecutiva, un risultato che porta per la prima volta in terreno negativo l’intero dato statistico del 2018, adesso attestato a un -0,8 per cento rispetto ai primi otto mesi del 2017.

Si tratta di un vero e proprio crollo delle attività se si considera che a luglio la comparazione con i primi sette mesi del 2017 dava un risultato di parità e a giugno la comparazione con i primi sei mesi del 2017 dava un +2,4 per cento.

In piena crisi è soprattutto la produzione manifatturiera, in recessione già da tre mesi: -1,2 per cento su anno a maggio, -8,7 per cento a giugno e -5,7 per cento in quest’ultimo rilevamento di agosto. Dei settori dell’industria argentina rilevati, solo l’industria automobilistica segna indici positivi, addirittura un +13,7 per cento, effetto della ritrovata competitività per la forte svalutazione e al conseguente aumento delle esportazioni soprattutto in Brasile. A segnare la peggiore performance è il tessile con una contrazione del 16,6 per cento. Dalle stime emerge anche che il 59 per cento delle imprese ritiene che la contrazione della produzione si protrarrà ancora tra settembre e novembre.


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