L’inflazione in Argentina dà segni di rientro. Il dato di aprile 2020, l’ultimo mese rilevato dall’Indec, il locale istituto di statistica, è dell’1,5 per cento ed è l’aumento dell’indice dei prezzi su base mensile più basso da dicembre 2017. Tuttavia, è l’effetto pandemia, essendo i consumi degli argentini legati alle misure di distanziamento sociale per l’emergenza coronavirus che si protraggono, a varia intensità, dal 21 marzo scorso. Inoltre, nel rilevamento non sono stati considerati i prezzi dei beni di quei settori che non hanno operato in regime di lockdown.

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Gli aumenti più marcati dei prezzi sono quelli di alimenti e bevande (3,2 per cento) seguiti dai costi di servizi legati a tempo libero e cultura, i pochi ‘sopravvissuti’ alle misure restrittive. Stabili, invece, i costi delle utenze domestiche, risultato del congelamento dei prezzi disposto dal governo. Al contrario, i prezzi di bene e servizi dei settori istruzione e comunicazione hanno registrato una diminuzione, rispettivamente dell’1,5 e del 4,1 per cento.

Resta abbondantemente sopra il livello di guardia l’inflazione finora accumulata nel 2020: 9,4 per cento. Il dato su basse annua dell’inflazione in Argentina, invece, mostra un tasso pari al 45,5 per cento.


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