L’inflazione in Argentina continua a salire. Gli ultimi dati diffusi dall’Indec, il locale istituto di statistica, indicano una tendenza ancora fuori controllo. A marzo è aumentata del 4,7 per cento (la più alta degli ultimi cinque mesi), portando l’indica annuale al 54,7 per cento. Il dato dell’ultimo trimestre evidenzia un +11,8 per cento.

Ad aumentare maggiormente sono i prezzi dei beni essenziali e di servizi di base, come quelli collegati all’istruzione dopo la recente riapertura delle classi. In su anche gli alimenti (6 per cento), fattore che maggiormente pesa sul bilancio personale, e l’abbigliamento (+6,6). Tra i generi alimentari, salgono i prezzi del pane (+8,6 per cento), latte e derivati (+9,4), pollo (+25,4). Trend pressoché simile per frutta e verdura.

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Evidente la preoccupazione del governo, anche considerando che l’Argentina è ormai in campagna elettorale per le presidenziali del 27 ottobre e l’economia è inevitabilmente il principale tavolo di confronto tra i vari candidati e le rispettive proposte economiche.


Lo stesso Mauricio Macri, poche ore prima della pubblicazione dei dati ufficiali, ha ammesso che a marzo si sarebbe registrato un “picco” aggiungendo che “non era così facile come lo avevamo previsto”. Per questo, l’esecutivo si appresta a presentare misure specifiche tese a stimolare i consumi in un contesto di perdita del potere di acquisto dei salari e di recessione, e a tentare di frenare la velocità di aumento dei prezzi.

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