L’inflazione in Argentina continua a preoccupare governo, operatori economici e consumatori. L’indice registrato per il mese di settembre è stato pari al 6,6 per cento, mentre il dato aggregato su 12 mesi da settembre del 2017 indica un aumento dell’indice dei prezzi del 40,5 per cento. Emerge dall’ultimo rilevamento ufficiale dell’Indec, il locale istituto nazionale di statistica secondo il quale il risultato aggregato dei primi nove mesi dell’anno dà un indice del 32,4 per cento.

Ad ‘appesantire’ il rialzo dell’indice dei prezzi è soprattutto la voce ‘trasporti’ con un +10,4 per cento a caua dell’aumento delle tariffe. Poi l’abbigliamento, con un +9,8 per cento, i prodotti per la casa con un +9,7 per cento, e alimenti e bevande con un +7,0 per cento.

Uno scenario macroeconomico complicato, dunque, che rischia di essere ancor meno incoraggiante, tenendo presente che a ottobre sono attesi i riflessi sia dei nuovi aumenti in alcune tariffe che della forte svalutazione del peso, che sta facendo sempre più sentire i suoi effetti sui prezzi. Tant’è che i principali analisti finanziari che operano in Argentina prevedono su anno un incremento nell’ordine del 48 per cento. Questo significherebbe una resa da parte del governo Macri nella bataglia all’inflazione, che è una delle recenti promesse e sopratutto un impegno preso con il Fondo monetario internazionale.


Almeno è così nel breve termine, potendo ottenere qualche risultato nei mesi di novembre e dicembre. È evidente soprattutto alla luce degli annunci riguardanti aumenti nell’ordine del 10 per cento del prezzo del combustibile e del 35 per cento nelle bollette del gas decisi questo mese, proprio mentre veniva presentato il nuovo schema di politica monetaria destinato a sconfiggere la scalata dell’indice dei prezzi al consumo.

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