Javier Milei annuncia sei mesi molto duri per l’Argentina: è l’avvertimento del presidente eletto in merito alla strategia di avvio del suo mandato, dal 10 dicembre subentrando all’uscente Alberto Fernández. Il paese, ha detto, deve prepararsi a un periodo molto duro per prevenire una nuova crisi finanziaria. Un piano che lui stesso ha definito “choc”, secondo lui necessario per evitare uno scenario di iperinflazione che porterebbe “in povertà il 90 per cento della popolazione”. Serve, dice, una “terapia d’urto sul debito” che, aggiunge, non avrà effetti immediati.

Javier Milei annuncia sei mesi molto duri per l’Argentina, “piano choc” di taglio alla spesa pubblica

L’idea di governo di Milei era nota, prevedendo tagli massicci alla spesa pubblica e alla stessa struttura dello Stato, includendo la riduzione della spesa sociale. Una misura che, avvertono le parti sociali, rischia di provocare enormi squilibri sociali. Milei intende agire sull’enorme debito pubblico: “Per pagare il debito, faremo una correzione di bilancio choc, in modo da spingere il deficit finanziario a zero. Il che significa che il debito non crescerà più”. Poi, promette, “l’Argentina decollerà”.

Continuando a presentarsi come politico anti-casta, principale argomento della sua propaganda e campagna elettorale, ha promesso che sia anche la politica a soffrire i tagli di bilancio sia agendo sui costi diretti della macchina pubblica sia intervenendo “nei capitoli di spesa dove la poltica ruba”. Il suo esecutivo, stando ai primi annunci, dovrebbe essere articolato in 8 ministeri al posto degli attuali 19. Si vanno quindi prefigurando tagli di bilancio consistenti, tra il 13 e il 15 per cento, avverte Milei.


Riportare l’Argentina sul terreno della stabilità, ha aggiunto il leader de La Libertad Avanza, è possibile in un periodo tra i 18 e i 24 mesi attraverso il piano “da attuare da subito”. Che, ha concluso, porterà un momento caratterizzato da conflitti sociali anche perché, tra le misure di taglio della spesa pubblica, potrebbero scomparire molti dei sostegni statali a difesa dei salari, colpiti dall’alta inflazione.

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