Il governo di Mauricio Macri ha presentato oggi in Parlamento la proposta di legge di bilancio per il 2019. Un passaggio cruciale per il paese e per la stessa amministrazione Macri: l’obiettivo è – nelle parole del governo – quello di permettere il raggiungimento del “deficit zero” entro il 2019. In attesa della reazione dei mercati già nelle prossime ore, in un contesto di instabilità finanziaria e di assoluta volatilità, si tratta difatti di un passo decisivo sia per il futuro immediato che per quello a medio termine dell’Argentina.

Il governo, che non dispone della maggioranza assoluta in nessuna delle due camere, deve infatti mostrare ai mercati di essere in grado di poter raccogliere il consenso politico necessario attorno a un programma che per il momento garantisce moltissimi sacrifici e non altrettante certezze sui risultati.


Il contenuto della legge di bilancio dà inoltre un’idea chiara di quali sono le proiezioni dell’esecutivo in materia macroeconomica e su questo punto, secondo le indiscrezioni veicolate dai media nazionali, il gabinetto economico era ancora riunito nella nottata di ieri per definire le proiezioni esatte su crescita del Pil e inflazione. Sullo scenario di base anche le trattative che Buenos Aires sta portando avanti per ottenere dal Fondo monetario internazionale un ulteriore anticipo nel prestito di tipo Stand by da 50 miliardi di dollari.

Per quanto riguarda il Pil si parla di una crescita zero o negativa (-1 per cento), mentre per l’inflazione (quest’anno prevista oltre il 42 per cento) il numero dovrebbe stare attorno al 25 per cento. Dal punto di vista delle entrate, una batteria di aumenti delle tasse (soprattutto alle esportazioni) dovrebbe garantire secondo il governo un incremento del gettito attorno al 43 per cento. Allo stesso tempo sono previsti consistenti tagli alla spesa pubblica soprattutto a livello delle partite destinate ai lavori pubblici, mentre prosegue la drastica politica di riduzione del personale amministrazione pubblica (10.600 i licenziamenti solo negli ultimi due mesi). Garanzie dell’esecutivo sul mantenimento della spesa sociale e sanitaria.

Sul fronte politico lo stesso presidente Mauricio Macri, insieme al ministro dell’Economia, Nicolas Dujovne e a quello degli Interni, Rogelio Frigerio, ha avuto una importante riunione con i governatori di 19 delle 24 province argentine. Tenendo conto lo statuto eminentemente federale del paese, l’appoggio dei governatori è decisivo per l’approvazione di qualsiasi legge, in quanto, al di là delle appartenenze politiche, un numero importante di deputati e soprattutto di senatori risponde direttamente alle direttive e agli interessi dei governi provinciali.

Macri sembra essere riuscito a convincere la maggioranza di questi a garantire l’approvazione di “una legge di bilancio equilibrata che punta al pareggio tra entrate ed uscite”. Lo confermano le parole del governatore di Salta, Juan Manuel Urtubey, uno dei principali esponenti del peronismo “moderato”. “C’è un consenso sul fatto che l’Argentina deve poter contare su una Finanziaria, che questa deve puntare ad un equilibrio primario e che questo richiede uno sforzo da parte di tutti” ha detto Urtubey nella conferenza stampa successiva all’incontro.

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