Il litio, una delle scommesse più recenti dell’economia argentina. Le esportazioni del minerale possono quadruplicare il loro volume nel 2025 e il settore apporterebbe così il 10 per cento delle divise straniere generate dall’intero settore dell’agroindustria. Una crescita notevole considerando che attualmente rappresenta solo l’1 per cento del prodotto interno lordo.
È la previsione elaborata dalla Borsa di commercio di Rosario sottolineando che il litio è una importante opportunità per l’export argentino considerando anche il suo prezzo stabile e i nuovi progetti e investimenti in via di definizione.
Una precedente stima del governo indica l’Argentina come il potenziale secondo maggiore produttore mondiale nel 2022, con una capacità produttiva di 290mila tonnellate/anno di carbonato di litio equivalente.
Negli ultimi dieci anni, l’export di carbonato di litio ha triplicato il suo valore, arrivando nel 2018 a valere 251 milioni di dollari. Il prodotto principalmente spedito oltre confine è, difatti, il carbonato di litio, materia prima destinata a diverse tipologie di industria. I principali paesi clienti sono Stati Uniti, Giappone, Cina e Corea del Sud, maggiormente impegnate nel settore della elettronica.
Attualmente in Argentina per l’esportazione sono operativi progetti in 23 saline ubicate nelle province di Jujuy, Salta e Catamarca. Di questi, gli unici che hanno già raggiunto la fase di produzione sono quelli di Olaroz a Jujuy, dove partecipano la australiana Orocobre, la Toyota e la statale Jemse, con una capacità estrattiva di 17.500 tonnellate; e il progetto Fenix a Catamarca, assegnato alla statunitense Livent Corp con una capacità di 22mila tonnellate.
Entrambe hanno già elaborato piani di espansione per raggiungere ognuna le 40mila tonnellate: la previsione è di raggiungere l’obiettivo nel 2020 nel caso di Olaroz e nel 2022 negli impianti a Catamarca.
Un altro progetto è in definizione nelle saline di Cauchari Olaroz a Jujuy, a carico della canadese Litium Americas, della cinese Ganfeng con la Jemse, e prevede di entrare in attività il 2020 con una capacità estrattiva di 25mila tonnellate. Nelle saline di Centenario e Ratones, a Salta, opera la franese Eramet, con obiettivo di inizio attività nel 2021 per 20mil tonnellate.
Cinque ulteriori progetti sono in fase di studio di fattibilità nella provincia di Salta a Sal de los Ángeles, Sal de Vida, Salar del Rincón, Pastos Grandes e in quella di Catamarca, a Tres Quebradas.
Oro, argento, rame, litio (e gli altri): il tesoro ‘nascosto’ dell’Argentina