Agenda fittissima per Mauricio Macri a New York, a margine della 73esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Una riunione con Donald Trump, un faccia a faccia con il direttore del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, e incontri con i rappresentanti dei principali fondi e banche di investimento che operano sul mercato argentino.

Obiettivo del presidente argentino è convincere partner pubblici internazionali e investitori che il suo governo sta concretizzando le giuste misure di politica economica e monetaria per mettere in sicurezza il paese. Il capo dello stato è accompagnato dal ministro dell’Economia, Nicolás Dujovne, e dal presidente della Banca centrale argentina, Luis Caputo. Sullo sfondo la richiesta del governo di Buenos Aires di rafforzare il programma di assistenza finanziaria fino a 65 miliardi di dollari dai 50 originariamente pattuiti.

Macri – che anche dagli States ha ribadito l’impossibilità che il paese piombi in un nuovo default – ha in programma anche incontri con i rappresentanti delle banche Citi, Itaú, JP Morgan, Goldman Sachs, e dei fondi BlackRock e Templeton, principali azionisti dell’ingente debito estero contratto dal suo esecutivo.


È previsto anche un bilaterale con il premier spagnolo, Pedro Sánchez, impegnato a riportare l’America latina nell’orbita della politica estera di Madrid. La stampa argentina, almeno quella non ostile al governo, descrive come positive le aspettative del tour macrista nella Grande mela. In Argentina, però, nelle strade delle principali città è già mobilitazione.

argentina macri

Hanno preso il via oggi, difatti, una serie di iniziative di protesta e sciopero che per 36 ore coinvolgerà molti dei settori produttivi e amministrativi del paese. Le agitazioni, convocate per denunciare la politica economica del governo e l’accordo con il Fondo monetario, nascono da una iniziativa della Central trabajadoras de la Argentina (Cta) e proseguiranno martedì, con uno sciopero totale di ventiquattro ore indetto dalla Confederazione generale del lavoro (Cgt).

Cta e Cgt sono le più combattive e rappresentative sigle sindacali argentine. Si tratta del quarto sciopero indetto dalla Cgt contro il governo del presidente Macri, nonostante sia il sindacato più propenso al dialogo.

argentina sciopero


Ora, però, Macri e i suoi si giocano tutto a New York. La squadra di governo, riportano i media locali, lavora per strappare l’annuncio formale dell’accordo con l’Fmi nei giorni caldi del dibattito. I segnali di incoraggiamento non mancherebbero, almeno secondo il quotidiano economico Ámbito.

Un altro segnale positivo è il sostegno di una delegazione di parlamentari democratici e repubblicani Usa pronti a sostenere l’ingresso dell’Argentina nell’Ocse, segnale di una nuova manifestazione di appoggio degli Stati Uniti.

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