L’Argentina uscirà progressivamente dalla recessione grazie alle esportazioni, ma accadrà solo nel 2020. È l’analisi dell’Ocse, l’Organizzazione per lo sviluppo economico, racchiusa in un rapporto semestrale sul paese sudamericano. L’organismo parigino segue l’andamento dell’economia argentina con particolare attenzione giacché Buenos Aires da tempo ha avanzato richiesta di adesione. Che, secondo, alcune previsioni indipendenti potrebbe avvenire tra il 2019 e il 2020.

“Tenendo conto che la domanda interna continua a essere bassa, si prevede che saranno le esportazioni a dare impulso al recupero dell’economia con tassi di crescita trimestrali che potrebbero tornare positivi già nel 2019”. Tuttavia, “la diminuzione dei flussi del commercio internazionale potrebbe limitare la domanda globale delle merci argentine”. Il riferimento è chiaramente alle tensioni commerciali in atto soprattutto tra Cina e Stati Uniti.

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Secondo l’Ocse, il prodotto interno lordo argentino nel 2019 registrerà una caduta dell’1,9 per cento, cioè uno 0,1 in meno rispetto alla previsione realizzata nello scorso novembre. Allo stesso modo ha rivisto la stima per il 2020, con una crescita pari al 2,1 per cento contro il 2,3 pronosticato in precedenza.


A ostacolare il recupero dell’economia argentina, aggiunge il report, sono le politiche macroeconomiche che generano contrazione e l’incertezza politica in vista el voto di fine ottobre. L’Osce promuove, però, gli sforzi della Banca centrale e della sua politica monetaria per la riduzione dell’inflazione, ma segnala la necessità di riforme strutturali in grado di migliorare le produttività del paese e aumentare l’export. E cioè migliorare la concorrenza interna frenata da restrizioni alle importazioni e ostacoli all’accesso al mercato interno.

Oro, è il terzo prodotto più esportato dall’Argentina. Settore in crescita

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