La compagnia petrolifera di Stato argentina Ypf (Yacimientos petrolíferos fiscales) vedrà crescere la propria produzione di idrocarburi nel 2019, dopo la perdita del 2 per cento dell’anno in corso. Grazie soprattutto, stando alle parole dell’amministratore delegato, Daniel González, all’aumento dell’estrazione di shale oil dal maxi giacimento di Vaca Muerta.

Si tratta di un sito, in Patagonia, di 30mila chilometri quadrati che custodiscono la quarta riserva mondiale di shale oil, e la seconda di shale gas. La dinamica è già virtuosa, stando a un report diramato nei giorni scorsi dalla stessa Ypf, dal quale si evince come nel secondo quadrimestre del 2018 la compagnia abbia estratto 226.300 barili al giorno, con una crescita del 3,6 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Questo ha contribuito a limitare il calo della produzione totale di idrocarburi, scesa dell’1 per cento a 544.500 barili al giorno nei primi otto mesi del 2018, rispetto ai 550.100 dell’anno precedente. Medesimo rallentamento per la produzione di gas (meno 1,3 per cento), mentre l’estrazione di gas naturale liquido ha visto una picchiata del 19,3 per cento.


Gran parte della crescita è dovuta al maggior sfruttamento dei giacimenti di Vaca Muerta, il terzo bacino al mondo di shale gas e petrolio. Qui la produzione ha visto un incremento del 53 per cento rispetto a un anno fa, arrivando a 55.900 barili al giorno, oltre 20mila dei quali di petrolio greggio. Un simile, esponenziale aumento ‘costringerà’ la compagnia a sfruttare più intensamente i campi petroliferi di Bandurria Sur e di La Amarga Chica, adiacenti al più grande, Loma Campana. Inoltre, è in costruzione una pipeline di 88 km che rifornisca i tre campi, nella maniera più rapida ed efficiente possibile, e si mira a raddoppiare il numero di perforatrici per il petrolio shale, arrivando a dieci per la fine del 2019.


Se lo sfruttamento di una vera e propria “miniera d’oro” come Vaca Muerta sta permettendo all’Ypf di attestarsi attorno a un 3,9 per cento di perdita nella produzione globale di idrocarburi dal 2017, più in generale la produzione shale sta aiutando a fronteggiare l’inarrestabile declino delle riserve convenzionali, scese di un ulteriore 22,7 per cento nel secondo quadrimestre dell’anno.

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