Primo trimestre 2019 negativo per l’attività economica in Argentina, con un calo del 5,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018. Emerge dagli ultimi calcoli dell’Indec, il locale istituto nazionale di statistica. Il dato è inferiore dello 0,2 per cento anche rispetto all’ultimo trimestre del 2018, mentre l’indice di “tendenza” segna un +0,1 per cento. Sul lato dell’offerta si registra una forte contrazione, calcolata sul -10,3 per cento. Giù anche i consumi, del 10,5 per cento.

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A livello settoriale le attività con una contrazione maggiore sono il commercio (-12,6 per cento), industria manifatturiera (-10,8 per cento), servizi finanziari (-10,3 per cento), edilizia (-6,8 per cento). Positivo invece il dato relativo alle esportazioni, con un +1,7 per cento a fronte di una forte riduzione dell’import, che retrocede del -24,6 per cento.

Ciononostante, non sono poche le voci tecniche che descrivono una situazione in miglioramento. Tra queste, il Fondo monetario internazionale ritiene che la recessione in Argentina stia cedendo, prevedendo scenari di ripresa nei prossimi trimestri. “Sono stati fatti progressi importanti sul piano macroeconomico”, ha affermato il portavoce del Fmi, Gerry Rice.


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In linea con la decisa caduta del prodotto interno lordo è la situazione del mercato del lavoro. Secondo gli ultimi dati ufficiali dello stesso Indec, i disoccupati in Argentina sono quasi due milioni (1.961.840, quindi 211.800 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), con un tasso del 10,1 per cento registrato nel primo trimestre 2019. Il livello, come sottolineato dagli addetti ai lavori, più alto degli ultimi tredici anni.

La disoccupazione colpisce maggiormente l’area del Gran Buenos Aires, con l’11,1 per cento, seguita dalla regione Pampeana (10,2), il nord-ovest (9,5) e la regione patagonica con il 7 per cento. Meglio nel Cuyo (6,1) e nord-est con il 4,5 per cento.

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