La produzione di litio è una delle scommesse dell’Argentina, grazie alla sua enorme disponibilità, essendo tra i principali paesi a disporre di quello che è sempre più definito oro bianco, compnente essenziale a livello industriale nel settore tecnologico. Secondo Roberto Salvarezza, responsabile per tecnologia e litio della statale Ypf, che ha di recente attivato uno spin-off specifico, la Ypf Litio, i numeri del futuro sono confortanti, soprattutto grazie a nuovi investimenti nazionali e esteri.

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“L’Argentina nel 2025 potrebbe raggiungere le 200mila tonnellate esportate di carbonato di litio”, è la previsione di Salvarezza, toccasana per la bilancia commerciale e l’afflusso di valuta estera pregiata. Per rendersi conto delle dimensioni dell’affare, in questo momento storico una tonnellata di carbonato di litio vale 70mila dollari.

La Ypf è alle prime battute nel nuovo progetto di estrazione a Fiambalá, nella provincia di Catamarca, una delle più ricche di litio dell’Argentina, dove lo Stato vuole essere un player di prima mano su un’area di quasi 20mila ettari da esplorare. Ma i progetti in sviluppo sono una ventina, tutti stranieri in concessione ed è per questo che il gruppo petrolifero statale ha deciso di impegnarsi direttamente per non perdere l’occasione di una presenza pubblica in un segmento dell’economia strategico per il futuro.


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L’opportunità nella produzione di litio in Argentina, oltre all’export, è parzialmente anche quella della produzione di batterie nel territorio nazionale, sullo schema di un recente accordo sottoscritto con il governo cinese che, secondo le previsioni di Buenos Aires e Pechino, vedrà la Tianqi Lithium cominciare a produrre alla fine dell’anno in corso. E una opportunità anche in un’era di transizione energetica.

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