I mercati scuotono l’Argentina lanciando chiari segnali di sfiducia. Il rischio paese, elaborato da JP Morgan, nella giornata del 24 aprile ha toccato i 921 punti per poi scendere a 906. Un valore estremamente alto, anche considerando l’aumento considerevole rispetto agli 868 punti base del giorno precedente. E costituisce anche il massimo raggiunto durante il mandato presidenziale di Mauricio Macri.

Secondo i principali analisti l’incertezza, oltre che sulle misure di politica economica poste in essere dal governo di Buenos Aires, è soprattutto politica. Ma va al di là di un possibile ritorno di Cristina Fernández de Kirchner sulla scena politica nazionale, che per i mercati è un rischio: è anche la condotta dell’esecutivo a non convincere.

argentina spread rischio paese 24 aprile 2019


A un anno esatto dall’inizio della crisi finanziaria, scoppiata il 25 aprile del 2018 a causa dell’improvviso e massiccio abbandono dei titoli del tesoro argentino da parte di importanti investitori internazionali, e nonostante il programma di assistenza finanziaria del Fondo monetario internazionale da oltre 57 miliardi di dollari, lo spread argentino (calcolato sui titoli del tesoro Usa) è più che raddoppiato rispetto ai 402 punti iniziali, mentre la moneta locale si è svalutata di oltre il 100 per cento passando dai 20 pesos per dollaro agli attuali 43.


Dal canto suo, Macri reagisce alla notizia relativa al rischio paese affermando che dipende dal timore dei mercati che l’Argentina torni a politiche tipiche del governo kirchnerista. Del resto, aggiunge, “se il Fmi ha concesso al paese una linea di credito così elevata è perché ritiene di dover sostenere il cammino che abbiamo intrapreso”.

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