La diffidenza dei mercati verso l’Argentina e la sua incertezza politica ed economica continua a manifestarsi in modo evidente sul rischio paese misurato da Jp Morgan. Quella di lunedì 3 giugno è stata una giornata di tensione, con il differenziale dei titoli argentini su quelli del tesoro Usa che ha superato la allarmante soglia dei mille punti, toccando quota 1.014, il massimo raggiunto negli ultimi 64 mesi. Lieve miglioramento il giorno successivo, calando a 980.

Secondo gli analinisti, però, l’aumento dello spread è stato ‘aiutato’ dall’inasprimento della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e dal peggioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Messico a livello regionale. “In un contesto come quello attuale, con gli Stati Uniti che hanno aperto il fuoco su tutti i fronti, gli investitori fuggono da mercati a rischio e l’Argentina è uno dei paesi che più ne soffre”, ha spiegato al quotidiano economico Ámbito Financiero Diego Martínez Burzaco di Mb Investment. Fattori esterni che, tuttavia, non relegano a meno determinante la situazione economica del paese.

spread argentina rischio paese giugno 2019


Gli investitori hanno due incognite. La prima è legata alle prossime elezioni presidenziali del 27 ottobre, dalle quali potrebbe arrivare o una conferma della attuale politica economica o un cambio impresso da una guida peronista. Ma le previsioni per l’anno in corso, svincolate da fattori politici sono comunque negtive. Nell’ultimo suo rapporto, dello scorso aprile, il Fondo monetario internazionale indica nell’1,2 per cento la diminuzione del prodotto interno lordo dell’Argentina nel 2019. Bisognerà attendere il 2020 per un +2,2 per cento, per poi attestarsi sul 3,4 fino al 2024.


Stime più rosee arrivano invece dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, secondo cui l’economia argentina inizierà a risalire già nel nel corso del 2019 grazie soprattutto alla spinta delle esportazioni. L’organismo di Parigi riduce di un punto percentuale le stime di calo del Pil – dall’1,9 all’1,8 per cento – e prevede che nel corso del 2019 i tassi di crescita trimestrali torneranno a collocarsi in terreno positivo.

L’Ocse ritiene inoltre che la politica di risanamento fiscale intrapresa dal governo, legata agli accordi con il Fmi, sta riducendo la vulnerabilità del sistema economico argentino.

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