Sui cosiddetti Tango bond l’atmosfera è ancora delle più intricate, anche dal punto di vista giuridico. Come riferisce l’agenzia di stampa argentina Télam, un gruppo di detentori italiani di titoli di stato del paese sudamericano ha presentato alla giustizia statunitense una richiesta di sequestro di aerei della compagnia di bandiera Aerolíneas Argentinas.

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La richiesta, avanzata da Michele Colella e Denise Dussault in rappresentanza dei possessori, è collegata a una causa iniziata del 2004 per il pagamento di titoli dichiarati in default da Buenos Aires nel 2002, dopo lo storico crack. L’istanza viene basata sul principio dell’Alter ego, considerando la Aerolíneas Argentinas e lo stato argentino la stessa entità e quindi i beni della compagnia come beni di proprietà dello stato medesimo.

Gli obbligazionisti italiani fanno affidamento su una sentenza a loro favore per il pagamento dei titoli emessi dall’Argentina. Tuttavia, un caso simile, nel 2009, si è chiuso in segno contrario giacché, secondo i giudici statunitensi, “Aerolíneas Argentinas è una società di diritto privato, non assimilabile allo stato nazionale in senso stretto”.


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Dal canto suo, il governo argentino chiede che creditori italiani dimostrino di essere tuttora in possesso dei ‘tango bond’, mettendo in dubbio l’autenticità della documentazione presentata. Il riferimento è soprattutto a un estratto bancario che sarebbe diverso da un precedente documento depositato nel 2016.

Secondo Buenos Aires la banca italiana Banca di credito cooperativo Terra di lavoro, dove i creditori richiedenti dichiaravano di aver depositato i bond argentini, avrebbe inoltre smentito ufficialmente questa versione.

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