Il bacino petrolifero di Vaca Muerta si conferma area strategica per lo sviluppo del settore degli idrocarburi in Argentina. La compagnia energetica Emesa (Empresa Mendocina de Energía, di proprietà del governo della provincia di Mendoza) ha annunciato la scoperta di un giacimento di petrolio convenzionale. Come segnalato dall’impresa, si tratta di petrolio convenzionale di ottima qualità “piuttosto leggero” per il quale a breve sarà avviato il processo di estrazione.

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Il comunicato della Emesa aggiunge che “i test effettuati indicano petrolio di buona qualità su almeno tre livelli di profondità diversi” e che con questi risultati “gli orizzonti produttivi sono promettenti”. L’esplorazione – condotta con la argentina Roch – che ha portato alla nuova scoperta era finalizzata alla ricerca di giacimenti non convenzionali in linea con le caratteristiche di Vaca Muerta.

Il bacino di Vaca Muerta, 30mila chilometri nella Patagonia tra le province di Neuquén e Río Negro, è considerata la seconda riserva al mondo di shale gas e per questo ritenuta dal governo di Buenos Aires uno dei principali assi di sviluppo del paese nel prossimo futuro. Per le sue potenzialità assume anche una elevata importanza geopolitica nella regione.


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Su impulso dell’esecutivo argentino, ricorrendo anche a incentivi, le principali compagnie petrolifere internazionali, negli ultimi due anni, hanno avviato una forte campagna di investimenti e hanno dato il via allo sfruttamento intensivo di quest’area, non senza polemiche per il ricorso al fracking. Le principali società petrolifere presenti a Vaca Muerta sono Shell, Exxon, Total, Bp, Wintershall.

Secondo i dati della segreteria per l’Energia, nell’ultimo anno la produzione di gas, convenzionale e non, è cresciuta del 9,3 per cento, e quella di petrolio del 4,4 per cento, con aumenti anche in termini di produttività ed esportazioni.

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