Non c’è alternativa a Vaca Muerta: è la sintesi degli addetti ai lavori, secondo i quali lo sfruttamento del bacino di petrolio e gas non convenzionale oltre all’esplorazione offshore della piattaforma continentale devono costituire i principali assi dello sviluppo del settore per i prossimi anni.

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Presentando l’Expo Oil & Gas – Buenos Aires, 23/26 settembre – il presidente dell’Istituto argentino del petrolio e del gas (Iapg), Ernesto López Anadón, ha sottolineato che il bacino di petrolio e gas non convenzionali della provincia patagonica di Neuquén, rappresenterà per il paese investimenti esteri diretti pari a 20 miliardi di dollari all’anno. E questo, aggiunge Anadón, prescinde dalla attuale avversa congiuntura sia in termini di incertezza politica e giuridica del paese, che di volatilità dei mercati a livello internazionale.

È per le ragioni esposte che gli adetti ai lavori ritengono ormai acquisita, anche a livello politico, qualunque esso sia, la necessità di mettere in sicurezza l’idea di sviluppo di Vaca Muerta, inclusi importanti investimenti pubblici di infrastrutture di logistica, trasporto e distribuzione.


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A questo risponde il bando – indetto il 31 luglio scorso – per la realizzazione di un gasdotto per collegare il bacino di Vaca Muerta al fiume Paraná. Obiettivo del governo attuale è il completamento dell’opera entro l’inverno del 2021, in modo da poter sostituire le attuali importazioni di Gnl, pari a 240 milioni di dollari/anno, e dare il via all’export vero i paesi vicini.

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