Tra i vari settori che considerano vantaggioso l’accordo commerciale raggiunto da Unione europea e Mercosur, è quello vitivinicolo a dirsi pronto ad approfittare della futura opportunità. Ed è così soprattutto in un momento storico nel quale, conseguenza della recessione, il consumo interno segna uno dei livelli più bassi degli ultimi anni, sotto i venti litri pro capite. Per il vino argentino, dunque, la chance dell’export in Europa potrebbe essere un fattore determinante.

vino argentino export ue mercosur


Nei giorni ìn cui i negoziati tra le due parti procedevano serrati verso l’accordo, Bodegas de Argentina, ente di riferimento per circa 250 produttori albiscelesti, ha manifestato il suo appoggio al governo di Buenos Aires chiedendo il massimo impegno per l’eliminazione dei dazi, come chiave allo sviluppo delle esportazioni verso il Vecchio continente.

I dettagli sono stati illustati al portale iProfesional da Francisco do Pico, responsabile per le relazioni istituzionali del Grupo Peñaflor, leader del settore in fatto di export verso l’Europa. L’accordo raggiunto il 28 giugno “è estremamente positivo” perché permetterà di rimuovere molte barriere che oggi gravano sulle imprese argentine “che si trovano in posizione di svantaggio rispetto ai produttori di altri paesi come Cile, Sudafrica, Australia e Stati Uniti”.


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Non va inoltre sottovalutato il fatto che, al momento, a livello mondiale l’Argentina è il produttore vitivinicolo meno internazionalizzato “e quello che ha registrato la peggiore performance da quando si è generato il boom dell’internazionalizzazione del vino”, aggiunge do Pico. A dimostrarlo ci sono i dati: l’Argentina esporta il 20 per cento del cino prodotto, a differenza del Cile le cui vendite all’estero arrivano al 90 per cento.

Attualmente, un produttore argentino per entrare nel mercato europeo ha un costo, per via delle barriere commerciali, tra i 13 e i 16 centsimi Fob a bottiglia, quota che ha ovvie ricadute sull’intera catena portando a un prezzo finale più alto rispetto ai prodotti degli altri paesi produttori concorrenti.

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Il mercato c’è, insomma. Secondo gli addetti ai lavori, una volta eliminate le barriere, i mercati nazionali che maggiormente assorbiranno il vino argentino sono Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Germania e Svezia. Nell’insieme, questi paesi importano già 2,6 miliardi di litri di vino, con ampi spazi anche per il vino argentino.

Con la riduzione del prezzo, i produttori argentini riusciranno a ridurre la distanza rispetto agli altri competitor che, al momento, esportano fino a sei volte di più delle ‘bodegas’ argentine.

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