Una (nuova) vita in Sudamerica, Argentina compresa. È quella di Carlo Sama, un nome che entrò nelle cronache degli anni di Tangentopoli. Imprenditore, manager. Sposato con Alessandra Ferruzzi, figlia di Serafino Ferruzzi. Cognato di Raul Gardini. Nel 1993, poco prima del suicidio di Gardini, fu messo a capo del gruppo di famiglia. Intervistato dal Corriere della Sera, ha ripercorso i fatti di quegli anni. Finì nel vortice di Mani Pulite, con circa 140 capi di imputazione.

“Assolto da tutti, a parte il finanziamento illecito ai partiti e l’inevitabile falso in bilancio”, sottolinea, ricordando anche il giorno dell’arresto, lo stesso in cui Gardini si tolse la vita. Quello fu di sicuro il momento più discusso dell’affondo giudiziario dell’allora pool di Milano.

“Mi trovavo a Lugano. Telefonai a Palazzo Belgioioso. Rispose Renata Cervotti, la segretaria di Raul. Lo stavano soccorrendo. Non morì subito”. Sama, recentemente riabilitato dal tribunale di Bologna, vive fra Montecarlo e il Sudamerica. È laggiù che ha trovato una nuova ‘vocazione’.


“In Paraguay – racconta al Corriere – ho avuto il distacco della retina mentre aprivo una strada nella tenuta di famiglia, dentro la più vasta foresta pluviale atlantica del pianeta posseduta da un privato. Sarebbe bastato farmela suturare là con il laser. Invece ho aspettato venti giorni perché volevo ricoverarmi in una clinica europea. Risultato: 14 inutili interventi chirurgici fra Londra, Roma e Miami. Ed eccomi qua, orbo veggente come Gabriele D’Annunzio”.

Come molti, anche Carlo Sama è stato attratto dai grandi spazi di quello che sta tornando ad assumere caratteristiche e a offrire le opportunità di un ritrovato ‘nuovo mondo’.

“Mi sarebbe piaciuto cimentarmi nello sport. Invece sono rimasto fedele all’antico amore: la terra. Mi occupo di Agropeco, 12mila ettari fra Paraguay e Brasile, vicino alle cascate dell’Iguazú, e di Las Cabezas, 18mila ettari a Entre Ríos, in Argentina. Produco dalla soia all’eucalipto. E allevo 12mila capi di bestiame razza Hereford. Ho brevettato un mangime contenente il 5 per cento di stevia, un’erba dolcificante che funge da antibiotico naturale”.
L’intervista completa su Corriere.it


TI POTREBBERO INTERESSARE