La sede della Società Unione Operai Italiani di Buenos Aires, pregiato edificio in art noveau con facciata realizzata dall’architetto Virgilio Colombo, è stata dichiarata Monumento storico nazionale. È uno dei simboli della storica presenza italiana in Argentina e ora potrà essere recuperata dopo decenni di abbandono e cedimenti, oltre a essere stata oggetto di cedimenti e furti.

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Buenos Aires, la sede della Società Unione Operai Italiani dichiarata Monumento storico nazionale

Ubicata al civico 1364 della calle Sarmiento nel quartiere di San Nicolás, in pieno centro della capitale, dagli anni Ottanta del Diciannovesimo secolo ha ospitato una delle più importanti organizzazioni della collettività italiana. La sede della Società Unione Operai Italiani di Buenos Aires mette insieme due tappe della cultura architettonica italiana portata al di là dell’Atlantico, quella risorgimentale della prima fase di costruzione e quella Liberty nella parte di poco precedente alla Prima guerra mondiale.

Uno degli spazi più rinomati dell’edificio è il Salone augusteo, il principale, che nel corso dei decenni ha ospitato nomi di primo piano della storia argentina tra gli ex presidenti Julio Argentino Roca e Juan Domingo Perón, oltre a esponenti della cultura e delle arti. È passato di lì anche l’anarchico italiano Severino Di Giovanni nella sua attività politica in Argentina. Poi un lungo periodo di abbandono.


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Per la sede della Società Unione Operai Italiani c’è stato un lungo periodo di abbandono e degrado, mutilando l’evidenza degli splendori di un tempo. Non ci sono più le porte, l’edificio è stato in parte danneggiato da un incendio e un episodio di crollo. Attualmente si presenta coperto da ponteggi vari di messa in sicurezza.

Su quell’edificio, nel 2011, aveva messo gli occhi anche Scientology acquistandolo con l’idea di trasformarlo nella sua sede principale in Argentina, progetto poi fallito.

Infine, il riconoscimento a Monumento storico nazionale, avvenuto con decreto 20/2022 del 14 gennaio 2022 firmato dal presidente, Alberto Fernández, sottolineando il suo ruolo nella “società e cultura” del paese ma anche come “costruttore di italianità”.

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“È uno dei monumenti più rappresentativi della storia e della cultura degli italiani nella Repubblica Argentina”, ha evidenziato l’inquilino della Casa Rosada. La speranza, ora, è che nei prossimi anni venga avviato un progetto di recupero per riportarlo ai fasti dei tempi migliori della comunità italiana d’Argentina.

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