Un 1 aprile importante per i cattolici in Argentina che papa Francesco ha voluto celebrare con una lettera. Bergoglio ha salutato i fedeli del suo paese natale per i 500 anni dalla prima messa celebrata sul territorio e ha invitato tutti a non lasciare che “la festa finisca”. Viste le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, il vescovo di Río Gallegos, mons. Jorge García Cuerva, ha officiato questa ricorrenza in privato dalla cappella diocesana. I fedeli hanno potuto seguirla, come ormai metodo date le odierne circostanze, attraverso la trasmissione in diretta tv e social.

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Jorge García Cuerva

Era il 1 aprile del 1520, peraltro Domenica delle palme, l’Argentina non c’era ancora, e la prima messa fu celebrata dal sacerdote spagnolo Pedro de Valderrama per ordine di Magellano. La funzione ebbe luogo nell’attuale località di Puerto San Julián, nella provincia di Santa Cruz, motivo per il quale i 500 anni sono stati ricordati a Río Gallegos, capitale di quella provincia patagonica.

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Puerto San Julián, Santa Cruz

Prima di iniziare la benedizione, il vescovo ha letto la lettera che il Santo padre ha indirizzato ai fedeli argentini. Papa Francesco chiede ai fedeli riconsiderare e di apprendere il senso eucaristico che solo Dio può insegnare, nonostante in questo momento il contatto generi paura e venga evitato a prescindere tra i vari fedeli. Inoltre, raccomanda di non perdere l’opportunità, a ogni modo, di vivere questa ricorrenza e prendere atto del presente come un tempo propizio di grazia e redenzione, grazie anche all’impegno che ognuno ci sta mettendo nel restare a casa.


“Ci siamo abituati a mangiare il pane duro della disinformazione, il pane invecchiato dell’indifferenza e dell’insensibilità. Siamo pieni di pane senza sapore, frutto dell’intolleranza, pane rotto dall’odio e dall’infamia”, afferma il vescovo di Roma in uno dei momenti salienti della sua lettera.

Dopo aver letto ai fedeli l’epistola, García Cuerva, riprendendo proprio le precedenti parole del pontefice, chiede loro di avere “fame di Dio”. Infine, si è rivolto a tutti gli argentini con una riflessione piena di speranza nei confronti del loro paese: “Che celebrare questi 500 anni dalla prima messa in questo contesto storico così aspro, possa alimentare in noi il desiderio di condividere ciò che siamo e che abbiamo, affinché tutti si sentano invitati al grande banchetto d’Argentina”.

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