Artemide Zatti è santo, proclamato da papa Francesco domenica 9 ottobre 2022. Il rito ha visto anche la canonizzazione di Giovanni Battista Scalabrini, entrambi legati all’emigrazione. Scalabrini è stato il fondatore delle congregazioni dei missionari e delle suore di san Carlo Borromeo, che dal suo nome vengono definiti ‘scalabriniani’. È per questo che è passato alla storia come ‘vescovo dei migranti’ per la sua opera di conforto e di sostegno materiale a coloro che dall’Italia, e non solo, raggiungevano le Americhe.

artemide zatti proclamato santo argentina

Artemide Zatti è santo

Papa Francesco ha insistito sulla necessità di non voltare le spalle ai migranti “la cui esclusione è scandalosa” perché “li fa morire davanti a noi”, ha detto Jorge Mario Bergoglio nell’omelia. “E così noi oggi abbiamo il Mediterraneo che è il cimitero più grande del mondo. L’esclusione dei migranti è schifosa, è peccaminosa, è criminale”. Papa Francesco stigmatizza il “non aprire le porte a chi ha bisogno”, per cui i migranti “li escludiamo, li mandiamo via, nei lager dove sono sfruttati, venduti come schiavi”.

Anche Artemide Zatti era uno di loro, un migrante in cerca di un avvenire con la sua famiglia in Argentina ed è il primo salesiano coadiutore non martire a essere elevato agli onori degli altari. La sua beatificazione si deve a Giovanni Paolo II, dichiarata il 14 aprile 2002.


Artemide Zatti era arrivato in Argentina a 17 anni da Boretto, in provincia di Reggio Emilia, nel 1897. La sua famiglia si stabilì a Bahía Blanca, in provincia di Buenos Aires, e Zatti lì cominciò a frequentare la parrocchia locale dei salesiani, dove determinante per il suo futuro fu l’incontro con il suo padre spirituale, don Carlo Cavalli. Stava per prendere i voti quando si ammalò di tubercolosi e una volta guarito dedicò tutta la sua vita ai malati.

Articolo: Papa Luciani è beato: Giovanni Paolo I e il miracolo della guarigione in Argentina

Nel 1950 Artemide Zatti, a seguito di un banale incidente, scoprì di essere malato di cancro. Una notizia devastante che, però, non fermò il suo operato, continuando ad assistere gli infermi, traendo forza dall’amore della sua comunità e dalla gratitudine di migliaia di persone. Morì pochi mesi dopo a Viedma, il 15 marzo del 1951.

TI POTREBBERO INTERESSARE