“La Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che ‘la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona’, e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo”. Nuova ‘svolta’ da papa Francesco, che cambia il catechismo. Il pontefice argentino, con un Rescritto, ha approvato la nuova redazione del n. 2267 del Catechismo della Chiesa cattolica relativo alla pena di morte. Nel testo, riportato dal portale Vatican News, si legge: “Per molto tempo il ricorso alla pena di morte da parte della legittima autorità, dopo un processo regolare, fu ritenuta una risposta adeguata alla gravità di alcuni delitti e un mezzo accettabile, anche se estremo, per la tutela del bene comune. Oggi è sempre più viva la consapevolezza che la dignità della persona non viene perduta neanche dopo aver commesso crimini gravissimi”.

“Inoltre, si è diffusa una nuova comprensione del senso delle sanzioni penali da parte dello Stato. Infine, sono stati messi a punto sistemi di detenzione più efficaci, che garantiscono la doverosa difesa dei cittadini, ma, allo stesso tempo, non tolgono al reo in modo definitivo la possibilità di redimersi. Pertanto la Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che ‘la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona’, e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo. La citazione è tratta dal discorso di papa Francesco ai partecipanti all’incontro promosso dal Pontificio consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione, l’11 ottobre 2017, mentre l’approvazione è avvenuta nel corso dell’udienza al prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, il cardinale Luis F. Ladaria, l’11 maggio scorso, e la firma è datata 1 agosto 2018, memoria di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.


La lettera del Vaticano ai vescovi sottolinea che la nuova redazione del Catechismo della Chiesa, approvata da Bergoglio sulla pena di morte “si situa in continuità con il Magistero precedente, portando avanti uno sviluppo coerente della dottrina cattolica. Il nuovo testo, seguendo le orme dell’insegnamento di Giovanni Paolo II nella ‘Evangelium Vitae’ afferma che la soppressione della vita di un criminale come punizione per un delitto è inammissibile perché attenta alla dignità della persona, dignità che non viene perduta neanche dopo aver commesso dei crimini gravissimi”.

A questa conclusione “si arriva anche tenendo conto della nuova comprensione delle sanzioni penali applicate dallo Stato moderno, che devono orientarsi innanzitutto alla riabilitazione e reintegrazione sociale del criminale. Infine, visto che la società odierna possiede sistemi di detenzione più efficaci, la pena di morte risulta non necessaria come protezione della vita di persone innocenti. Certamente, resta in piedi il dovere della pubblica autorità di difendere la vita dei cittadini, come è stato sempre insegnato dal Magistero e come conferma il Catechismo della Chiesa Cattolica”.

Proprio per questo, spiega la Congregazione per la dottrina della fede, “la nuova formulazione del Catechismo esprime un autentico sviluppo della dottrina, che non è in contraddizione con gli insegnamenti anteriori del Magistero. Questi, infatti, possono spiegarsi alla luce della responsabilità primaria dell’autorità pubblica di tutelare il bene comune, in un contesto sociale in cui le sanzioni penali si comprendevano diversamente e avvenivano in un ambiente in cui era più difficile garantire che il criminale non potesse reiterare il suo crimine. Nella nuova redazione si aggiunge che la consapevolezza sulla inammissibilità della pena di morte è cresciuta alla luce del Vangelo”.

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