C’erano dodici delegazioni nazionali – tra cui quella italiana guidata dal vicepremier Di Maio – a presenziare al quinto Concistoro di papa Francesco, in occasione del quale il pontefice ha conferito la ‘berretta rossa, segno della disponibilità a comportarsi “con fortezza fino all’effusione del sangue” – e l’anello a quattordici cardinali, solo undici dei quali ottengono il diritto di voto giacché tre sono ultraottantenni. Gli italiani sono Angelo De Donatis, vicario di Roma; Giovanni Angelo Becciu, già sostituto della segreteria di Stato e neo-prefetto per le Cause dei santi; Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila. Con loro l’iracheno Louis Raphael I Sako, patriarca caldeo di Baghdad; Luis Ladaria, spagnolo, prefetto della Dottrina della fede; Konrad Krajewski, Polonia, elemosiniere pontificio; Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi, Pakistan; Antonio dos Santos Marto, vescovo di Leiria-Fatima, Portogallo; Pedro Barreto, arcivescovo di Huancayo, Perù; Desiré Tsarahazana, arcivescovo di Toamasina, Madagascar; Thomas Aquinas Manyo, arcivescovo di Osaka, Giappone. I nuovi cardinali non elettori sono Sergio Obeso Rivera, ex arcivescovo di Xalapa, Messico; Toribio Ticona Porco, ex prelato di Corocoro, Bolivia; lo spagnolo Aquilino Bocos Merino ex superiore dei Claretiani.

Francesco ha subito messi in guardia i nuovi porporati: “Ricerca dei primi posti, gelosie, invidie, intrighi, aggiustamenti e accordi, una logica che non solo logora e corrode da dentro i rapporti”, ma che “chiude e avvolge in discussioni inutili e di poco conto”. “Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore – ha avvertito il papa argentino nell’omelia – non permettendo che le discussioni sterili e autoreferenziali trovino spazio in seno alla comunità”. Ed evitando accuratamente “gli intrighi di palazzo, anche nelle curie ecclesiastiche”. “Questa – ha aggiunto – è la più alta onorificenza che possiamo ottenere, la maggiore promozione che ci possa essere conferita: servire Cristo nel popolo fedele di Dio, nell’affamato, nel dimenticato, nel carcerato, nel malato, nel tossicodipendente, nell’abbandonato, in persone concrete con le loro storie e speranze, con le loro attese e delusioni, con le loro sofferenze e ferite”. “Nessuno di noi deve sentirsi ‘superiore’ ad alcuno. Nessuno di noi deve guardare gli altri dall’alto in basso. Possiamo guardare così una persona solo quando la aiutiamo ad alzarsi”.


Con le nuove nomine cambiano gli equilibri in un ipotetico Conclave: il nuovo Collegio cardinalizio conta 226 membri, di cui 125 votanti e 101 ‘over 80’, e con il drappello di undici nuovi elettori il gruppo dei possibili votanti nominato da Bergoglio (in tutto 59) è ora ampiamente il più numeroso, distanziando quello dei nominati da Benedetto XVI (47) e Giovanni Paolo II (19).

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