Il pianeta “non è un deposito di risorse da sfruttare. Per noi credenti il mondo naturale è il Vangelo della Creazione, che esprime la potenza creatrice di Dio”. Sono le parole di papa Francesco in occasione della 50esima Giornata mondiale della Terra. Il pontefice argentino ricorda che “l’abbiamo inquinata e depredata, mettendo in pericolo la nostra stessa vita”.

Nell’udienza generale del mercoledì, Bergoglio ha voluto sottolineare come “abbiamo mancato nel custodire la Terra, nostra casa-giardino, e nel custodire i nostri fratelli. Abbiamo peccato contro la Terra, contro il nostro prossimo e, in definitiva, contro il Creatore, il Padre buono che provvede a ciascuno e vuole che viviamo insieme in comunione e prosperità”. “Come possiamo ripristinare un rapporto armonioso con la Terra e il resto dell’umanità? Abbiamo bisogno di un modo nuovo di guardare la nostra casa comune”.

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Di qui all’esortazione alle autorità globali “a guidare il processo che condurrà a due importanti Conferenze internazionali: la Cop15 sulla Biodiversità a Kunming e la Cop26 sui Cambiamenti climatici a Glasgow”. Due incontri dei leader mondiali che papa Francesco ha definito importantissimi: “Vorrei incoraggiare a organizzare interventi concertati anche a livello nazionale e locale”.


Parole di stima e incoraggiamento anche per chi opera ‘dal basso’ per il bene del nostro pianeta: “Si sono formati vari movimenti internazionali e locali per risvegliare le coscienze. Apprezzo sinceramente queste iniziative, e sarà ancora necessario che i nostri figli scendano in strada per insegnarci ciò che è ovvio, vale a dire che non c’è futuro per noi se distruggiamo l’ambiente che ci sostiene”.

Per Francesco è opportuno “convergere insieme da ogni condizione sociale e dare vita anche a un movimento popolare dal basso”. Peraltro, conclude, “la stessa Giornata mondiale della Terra è nata proprio così. Ciascuno di noi può dare il proprio piccolo contributo”.

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