Ultimo viaggio apostolico di papa Francesco su un volo Alitalia, che tra poco più di un mese sospende la sua operatività a vantaggio della nuova compagnia Ita. Quello in Ungheria e Slovacchia (il programma completo) è il primo viaggio di Jorge Mario Bergoglio dopo l’intervento e il periodo di riposo imposto dai medici. Prima tappa, Budapest. Nella capitale ungherese, Francesco ha incontrato il capo dello Stato e il premieri, Viktor Orban.

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“Un clima cordiale”, recitano i comunicati. Precisazione fondamentale considerando le divergenze tra il pontefice e il leader sovranista in modo particolare sull’emergenza migranti e accoglienza. Come recita la nota della sala stampa vaticana, “erano presenti, con il Santo Padre, anche il cardinale Parolin, segretario di Stato, e mons. Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. Tra i vari argomenti trattati, vi sono stati il ruolo della Chiesa nel paese, l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente, la difesa e la promozione della famiglia”.

Da Budapest, arriva l’allarme di papa Francesco sull’atisemitismo nel Vecchio continente. Lo ha fatto incontrando la comunità ebraica d’Ungheria e parlando espressamente di “minaccia dell’antisemitismo” che, ha sottolineato il pontefice argentino, “ancora serpeggia in Europa e altrove. È una miccia che va spenta”. Bergoglio riprende “l’evocativa immagine del Ponte delle Catene, che collega le due parti di questa città: non le fonde insieme, ma le tiene unite. Così devono essere i legami tra di noi”.


L’avvertimento di papa Francesco è un chiaro appello alla collaborazione e fratellanza: “Ogni volta che c’è stata la tentazione di assorbire l’altro non si è costruito, ma si è distrutto; così pure quando si è voluto ghettizzarlo, anziché integrarlo. Quante volte nella storia è accaduto! Dobbiamo vigilare e pregare perché non accada più. E impegnarci a promuovere insieme una educazione alla fraternità, così che i rigurgiti di odio che vogliono distruggerla non prevalgano”.

“Penso alla minaccia dell’antisemitismo, che ancora serpeggia in Europa e altrove. Il miglior modo per disinnescarla è lavorare in positivo insieme, è promuovere la fraternità. Il Ponte ci istruisce ancora: esso è sorretto da grandi catene, formate da tanti anelli. Siamo noi questi anelli e ogni anello è fondamentale: perciò non possiamo più vivere nel sospetto e nell’ignoranza, distanti e discordi”.

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