Papa Francesco torna a manifestare la sua preoccupazione per i cristiani perseguitati nel mondo. L’occasione è stata l’udienza in Vaticano all’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme. “È di fronte al mondo intero, che troppe volte volge lo sguardo dall’altra parte, la drammatica situazione dei cristiani che vengono perseguitati e uccisi in numero sempre crescente”, ha detto il pontefice argentino. Ma lo scenario delle persecuzioni non è solo quello, seppure principale, delle aree del Medioriente. “Oltre al loro martirio nel sangue, esiste anche il loro ‘martirio bianco’, come ad esempio quello che si verifica nei paesi democratici quando la libertà di religione viene limitata”.

Bergoglio ha fatto cenno anche alla situazione del Medioriente dove il “dialogo” e il “mutuo rispetto” sono le vie per costruire la pace. “Vi ringrazio per il sostegno ai programmi di utilità pastorale e culturale e vi incoraggio a proseguire il vostro impegno, a fianco del Patriarcato Latino nel far fronte alla crisi dei rifugiati che negli ultimi cinque anni ha indotto la Chiesa a fornire una significativa risposta umanitaria in tutta la regione”, ha sottolineato il papa ai cavalieri.


Parole che hanno fatto tornare alla mente la lettera che Francesco aveva scritto ai cristini che vivono in quelle situazioni drammatiche nelle terre mediorientali funestate da conflitti e odio religioso verso le minoranze. “Che possiate sempre dare testimonianza di Gesù attraverso le difficoltà! La vostra stessa presenza è preziosa per il Medioriente. Siete un piccolo gregge, ma con una grande responsabilità nella terra dove è nato e si è diffuso il Cristianesimo”.

“Grazie della vostra perseveranza! Il vostro sforzo di collaborare con persone di altre religioni, con gli ebrei e con i musulmani, è un altro segno del Regno di Dio. Il dialogo interreligioso è tanto più necessario quanto più difficile è la situazione. Non c’è un’altra strada. Il dialogo basato su un atteggiamento di apertura, nella verità e nell’amore, è anche il migliore antidoto alla tentazione del fondamentalismo religioso, che è una minaccia per i credenti di tutte le religioni. Il dialogo è al tempo stesso un servizio alla giustizia e una condizione necessaria per la pace tanto desiderata”.

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