È papa Francesco a spegnere le polemiche sul divieto di celebrare messe, che va oltre il 3 maggio, data che segna la fine della cosiddetta fase 1. Ieri dalla Conferenza episcopale italiana sono arrivate parole di critica nei confronti del governo Conte.

“I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”, si legge in una nota della Cei.

Papa Francesco, però, invita alla responsabilità, anche al costo di una rinuncia significativa: “In questo tempo nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perchè dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni”.


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Giuseppe Conte in visita in Vaticano

Durante la messa celebrata, come ogni mattina, a Casa Santa Marta, le parole di Bergoglio sembrano un gesto di distensione verso l’esecutivo che, dal 4 maggio, ha deciso di consentire lo svolgimento di funerali, seppure con la limitazione a quindici persone. E, accogliendo il parere del comitato scientifico sul rischio di assembramenti, posticipato la ripresa delle funzioni religiose nelle chiese.

Come anticipa l’Avvenire, la situazione potrebbe cambiare arrivando il governo ad autorizzare la celebrazione di messe all’aperto, sempre nel rispetto del distanziamento e dell’uso di guanti e mascherine. Poi, ma non prima del 18 maggio – aggiunge il quotidiano cattolico – si potrebbe arrivare alla definizione di nuove modalità delle celebrazioni all’interno dei luoghi di culto.

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