“Anche durante il viaggio in Canada non ho mai smesso di pregare per il popolo ucraino, aggredito e martoriato, chiedendo a Dio di liberarlo dal flagello della guerra”. Al termine dell’Angelus in piazza San Pietro, papa Francesco è tornato a parlare del conflitto tra Russia e Ucraina. “Se si guardasse la realtà oggettivamente, considerando i danni che ogni giorno di guerra porta a quella popolazione ma anche al mondo intero, l’unica cosa ragionevole da fare sarebbe fermarsi e negoziare. Che la saggezza ispiri passi concreti di pace”.

Anche durante il suo viaggio penitenziale in Canada, papa Francesco non aveva mancato di lanciare il suo monito alla comunità internazionale affinché metta in campo tutti gli strumenti possibili per porre fine alla crisi ucraina. “Non abbiamo bisogno di dividere il mondo in amici e nemici, di prendere le distanze e riarmarci fino ai denti: non saranno la corsa agli armamenti e le strategie di deterrenza a portare pace e sicurezza. Non c’è bisogno di chiedersi come proseguire le guerre, ma come fermarle”.

“Non c’è bisogno di chiedersi come proseguire le guerre, ma come fermarle. E di impedire che i popoli siano tenuti nuovamente in ostaggio dalla morsa di spaventose guerre fredde allargate. C’è bisogno di politiche creative e lungimiranti, che sappiano uscire dagli schemi delle parti per dare risposte alle sfide globali”, ha concluso il pontefice argentino.


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