L’atteso incontro di papa Francesco con il grande ayatollah Ali al-Sistani durante lo storico primo viaggio di un pontefice in Iraq. Il colloquio, in forma privata, è durato circa un’ora, carico di significato perché è la prima volta di un incontro del pontefice con un leader sciita. Al centro della conversazione, come spiegano i rispettivi apparati di comunicazione, l’importanza della convivenza pacifica e le grandi sfide dell’umanità.
”I cristiani, così come tutti i cittadini iracheni, devono vivere in pace e in sicurezza”, ha dichiarato al-Sistani come evidenziato da una nota diffusa dall’entourage della massima autorità religiosa sciita.
Sta a noi, umanità di oggi, e soprattutto ai credenti, convertire gli strumenti di odio in strumenti di #pace, esortare con forza i responsabili delle nazioni perché la proliferazione delle armi ceda il passo alla distribuzione di cibo per tutti. #ViaggioApostolico #Iraq
— Papa Francesco (@Pontifex_it) March 6, 2021
Dal canto suo, spiega il portavoce della Santa sede, Matteo Bruni, “il Santo Padre ha sottolineato l’importanza della collaborazione e dell’amicizia fra le comunità religiose perché, coltivando il rispetto reciproco e il dialogo, si possa contribuire al bene dell’Iraq, della regione e dell’intera umanità”.
“L’incontro – ha aggiunto Matteo Bruni – è stata l’occasione per il papa Francesco di ringraziare al-Sistani perché, assieme alla comunità sciita, di fronte alla violenza e alle grandi difficoltà degli anni scorsi, ha levato la sua voce in difesa dei più deboli e perseguitati, affermando la sacralità della vita umana e l’importanza dell’unità del popolo iracheno”.
Il pontefice ha infine ribadito la sua preghiera a “Dio, Creatore di tutti, per un futuro di pace e di fraternità per l’amata terra irachena, per il Medio Oriente e per il mondo intero”.
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