È tempo di spending review anche per il Vaticano: è il senso dell’ultimo atto di papa Francesco. Il pontefice argentino ha deciso motu proprio di ridurre proporzionalmente e a tempo indeterminato gli stipendi nella Santa Sede. La decisione, con effetti già dal 1 aprile del 2021, vedrà i cardinali chiamati ad accettare la maggiore decurtazione, il 10 per cento.

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Scendendo nella gerarchia vaticana, per i capi dicastero e i segretari Bergoglio ha deciso un taglio dell’8 per cento, che è del 3 per cento per sacerdoti, religiosi e religiose in servizio presso la Santa Sede. La scelta di papa Francesco, come precisa l’atto, risponde a “un futuro sostenibile economicamente richiede oggi, fra altre decisioni, di adottare anche misure riguardanti le retribuzioni del personale”.

Inoltre, per tutti i dipendenti della Santa Sede, il papa ha disposto il blocco dello scatto di anzianità fino al 31 marzo del 2023, fatta eccezione per i dipendenti laici dal primo al terzo livello.


La decisione papale è stata motivata, come si legge nel motu proprio, dal “disavanzo che da diversi anni caratterizza la gestione economica della Santa Sede”. Situazione complicatasi con la pandemia, “che ha inciso negativamente su tutte le fonti di ricavo della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”. Il provvedimento di papa Francesco, come sottolinea Vatican News, si va a integrare con altre misure per un futuro economicamente sostenibile per la missione degli organismi centrali della Chiesa.

Le nuove disposizioni decise da papa Francesco, oltre che alla Santa Sede, si applicano anche al Vicariato di Roma, ai Capitoli delle Basiliche papali Vaticana, Lateranense e Liberiana, alla Fabbrica di San Pietro e alla Basilica di San Paolo fuori le mura.

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