Una svolta storica in Vaticano, che arriva nel giorno dell’83esimo compleanno di papa Francesco. Via il segreto pontificio per i casi di pedofilia che vedono coinvolti esponenti del clero. Con due ‘rescripta’ separati ma sullo stesso tema, Bergoglio ha modificato alcuni termini relativi al reato e al processo ecclesiastico.

pedofilia segreto pontificio rescriptum papa francesco


Il primo è il ‘Rescriptum ex audientia’ relativo alla riservatezza delle cause: viene abolito il segreto pontificio declassandolo a semplice segreto d’ufficio. Come precisato dal segretario del Pontificio consiglio per i testi legislativi, monsignor Juan Ignacio Arrieta, con questo intervento normativo “si intende precisare il grado di riservatezza con cui devono essere gestite le notizie o le denunce concernenti abusi sessuali compiuti da chierici o persone consacrate contro minori e altri soggetti determinati, nonché quelle eventuali condotte di autorità ecclesiastiche che tendessero a silenziarle o coprirle”.

Obiettivo della ‘riscrittura’ è quello di “dare certezza sul modo di comportarsi in queste situazioni che, in alcuni casi per i ministri sacri, possono sfiorare irrinunciabili doveri morali di segretezza”. E, inoltre, “cancellare la soggezione al segreto pontificio riconducendo il livello di riservatezza, doverosamente richiesta a tutela della buona fama delle persone coinvolte, al normale segreto d’ufficio che ogni sacerdote o il titolare di un pubblico ufficio è tenuto a osservare, in modalità distinte a seconda che si tratti di soggetti che hanno diritto a conoscere queste notizie e di chi invece non è in possesso di alcun titolo per averle”.


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Vengono così escluse dal segreto pontificio condotte che riguardano abuso di autorità nel costringere ad atti sessuali, abuso sessuale di minori o di persone vulnerabili, occultamento di queste condotte in inchieste ecclesiastiche nonché reati di pedofilia con minori o con soggetti incapaci, reati di pedopornografia che abbiano per oggetto giovani al di sotto dei diciotto anni. Tutte queste condotte non sono più oggetto di segreto pontificio.

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Il secondo intervento di papa Francesco – che entrerà in vigore il 1 gennaio del 2020 – è il ‘Rescriptum ex audientia’ che va a novellare le norme relative ai reati più gravi: Bergoglio apre anche ai laici i ruoli di procuratore e avvocato e innalza da 14 a 18 anni l’età massima delle vittime di pedofilia e pedopornografia.

In questo modo viene meno la precettiva esigenza finora stabilita secondo la quale il ruolo di avvocato e di procuratore doveva essere adempiuto da un sacerdote, sia quando la causa era allo studio dei tribunali diocesani, sia quando veniva esaminata in Vaticano dalla Congregazione per la dottrina della fede. D’ora in poi, dunque, questo ruolo potrà essere svolto anche da un fedele laico che sia in possesso dei requisiti stabiliti dall’ordinamento della Chiesa. Infine, l’elevazione da 14 a 18 anni dell’età dei soggetti ripresi nelle immagini, come requisito per configurare il reato di pedopornografia.

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