Crisi diplomatica tra Argentina e Colombia dopo le dure affermazioni del presidente argentino, Javier Milei, sull’omologo di Bogotà, Gustavo Petro. In una intervista rilasciata il 26 marzo a Andrés Oppenheimer per l’edizione in spagnolo della Cnn, Milei ha definito Petro “assassino terrorista”. Ma prima, parlando del presidente messicano, Andrés Manuel López Obrador, non ha esitato a definirlo “ignorante”.

Crisi diplomatica tra Argentina e Colombia

Che la moderazione non sia una caratteristica della comunicazione di Milei è cosa certa già dagli albori del suo impegno politico, non risparmiando uscite oltre le righe soprattutto in campagna elettorale. Ma lo stile non sembra cambiare dal suo arrivo alla Casa Rosada. Tutto segue una linea politica precisa e mai sottaciuto: cercare intese all’interno del recinto politico della destra anche fuori i confini nazionali e non dare rilevanza alla collaborazione con governi riformisti e di sinistra. Ed è quello che sta portando avanti anche nella regione latinoamericana.

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L’ultimo caso ha il nome di Ignacio ‘Lula’ da Silva quando, in campagna elettorale, definiì “comunista corrotto” il presidente brasiliano, per poi correre ai ripari inviando la sua ministra degli Esteri, Diana Mondino, a Brasilia alla ricerca di una distensione. Linea dura, quindi, oltre il garbo diplomatico e istituzionale, con Venezuela, Nicaragua, Cuba ma anche, a questo punto, con Messico e Colombia.

L’ultima occasione è stata fornita da una richiesta di parere, durante il colloquio con la Cnn, sulle prossime elezioni presidenziali in Messico, il prossimo 2 giugno. “È un complimento, mi glorifica che un ignorante come López Obrador parli male di me”, sono le parole di Milei. Il riferimento è alle dichiarazioni del presidente messicano sul programma elettorale del collega argentino denunciando che avrebbe portato all’impoverimento del paese a vantaggio “dei potentati economici”. Ma prima, Milei aveva definito “davvero patetico e ripugnante” il leader ‘azteco’.

“Non possiamo aspettarci tanto da uno che era un assassino terrorista”, sono state poi le parole di Milei commentando, nella stessa intervista, la figura di Gustavo Petro che da giovanissimo ha militato in un gruppo guerrigliero di matrice socialista, il Movimento 19 aprile. Neanche due mesi fa ne aveva parlato come un “comunista assassino” e, poco più tardi, alla convention dei conservatori a Maryland, lo ha definito “una piaga letale per i colombiani”.

A poche ore dalle utlime esternazioni, Petro non ha perso tempo ritirando l’ambasciatore colombiano a Buenos Aires, Camilo Romero, e disponendo l’espulsione dell’ambasciatore argentino a Bogotà, Gustavo Dzugala. “Il governo della Repubblica di Colombia manifesta il suo più ampio rifiuto alle nuove dichiarazioni del signo Javier Milei contro il presidente Gustavo Petro”, recita il comunicato della presidenza colombiana.

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