Anche Cristina Fernández de Kirchner conferma che non si ricandida alle prossime elezioni presidenziali in Argentina, che si terranno domenica 22 ottobre, occasione di rinnovo anche del parlamento. Così, la due volte capo dello Stato e attuale vicepresidente si tira fuori dai giochi, nonostante l’insistenza della base militante del peronismo più radicale. La stessa decisione è già stata annunciata dall’attuale presidente, Alberto Fernández, e dall’ex presidente Mauricio Macri.

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Cristina Fernández de Kirchner conferma: non si ricandida alle elezioni del 2023 in Argentina

La vita istituzionale di Cristina Fernández si chiude il prossimo mese di dicembre, termine della attuale legislatura. Si tratta di una decisione che aveva già anticipato lo scorso dicembre, dopo la condanna in primo grado a sei anni per fatti di corruzione nelle opere pubbliche. I militanti ci hanno provato fino alle ultime ore, ma la scelta di Cfk era già stata presa. La coalizione non brilla nei sondaggi degli ultimi mesi, nonostante le recenti affermazioni in alcune province che hanno rieletto governatore e parlamento. Però, insistono dalla base, con Cristina in prima linea potrebbe cambiare molto a livello nazionale.


La presidente del senato argomenta sul clima, a suo dire, esasperato dai “media egemonici” che hanno portato a quei fatti violenti dei quali è stata vittima in prima persona. E che, conclude, “hanno come obiettico il peronismo o il kirchnerismo, le sue figure, i suoi dirigenti”.

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Il passo indietro confermato da Cristina Fernández riapre il dibattito interno alla coalizione sul nome sui quali puntare al prossimo voto. C’è quello dell’attuale ministro dell’Economia, Sergio Massa, che sarebbe gradito anche dai settori meno radicali della coalizione, ma anche del ministro dell’Interno, Eduardo “Wado” De Pedro, più vicino a Cristina e Agustín Rossi, attuale capo di gabinetto del presidente Fernández. A essersi lanciato è anche Daniel Scioli, ex candidato contro Macri nel 2015, sempre in prima linea nella politica e nelle istituzioni albicelesti.

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L’idea è quella di arrivare alle primarie di agosto con nomi condivisi dall’intera piattaforma, in grado di competere con gli altri due candidati forti, quasi sicuramente Horacio Rodríguez Larreta per il macrismo e Javier Milei, ‘mina vagante’ della destra in decisa crescita nei sondaggi. Ma a dividere posizioni e nomi nel gruppo peronista è soprattutto l’economia e in modo particolare il tema del debito e di rapporti e programma che Buenos Aires ha impostato col Fondo monetario internazionale.

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