È il paese vicino più grande, politicamente ed economicamente più importante, a tratti amico e a tratti competitor: la vittoria di Luiz Inacio Lula da Silva in Brasile ha avuto un impatto immediato nella politica argentina. Primo effetto, quello sulla coalizione di governo. Mal messo nei sondaggi, spera in identica resurrezione – termine usato da Lula appena chiuso lo spoglio – alle presidenziali dell’ottobre 2023. E da oggi si rafforza ulteriormente l’incognita sul candidato: di nuovo Alberto Fernández o la terza volta di Cristina Fernández de Kirchner?

L’elezione di Lula in Brasile è un argomento di riflessione anche per la coalizione di opposizione, anch’essa alle prese con un dibattito interno non semplice sulla linea politica che devo portare alla scelta del proprio candidato alla Casa Rosada, quanto di destra debba essere. Finora solo l’ex presidente Mauricio Macri ha pubblicamente commentato il voto brasiliano, con auguri di rito a Lula e l’auspicio di continuare a lavorare per rafforzare il vincolo tra i due paesi.

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Il presidente argentino Fernández è volato a San Paolo per incontrare Lula da Silva con una delegazione di peso che comprende il suo ministro degli Esteri. I due sono amici personali da almeno vent’anni, fattore fondamentale nel rilancio della relazioni bilaterali tra Argentina e Brasile. Gli ultimi quattro anni sono stati ridotti al minimo essenziale, anche per l’opposta visione dei due leader sul presente e futuro del Mercosur.

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I retroscenisti più informati non hanno mai nascosto un elevato grado di insofferenza reciproca tra Bolsonaro e Fernández, ideologicamente lontanissimi. Con Lula, invece, ci sono temi caldi in comune, come quelli dell’integrazione regionale, i diritti, l’ambiente. Ma nella casa comune del Frente de Todos, la coalizione che sostiene il presidente, continuano a muoversi voci contrarie.

È recente la proposta di sopprimere le primarie obbligatorie che, nel caso di specie, devono portare alla indicazione del candidato alla presidenza. L’argomento è, dicono, l’inopportunità di far competere un capo di Stato uscente o un ex capo di Stato. Il chiaro riferimento è a Alberto e Cristina Fernández. Quest’ultima non si è mai pronunciata su un possibile ritorno in prima persona, ma dagli spalti dalla base elettorale, oltre che dal suo cerchio magico, l’invito c’è e neanche implicito. Dal canto suo, l’attuale presidente non ne parla, ma qualcuno dei suoi lo fa, non è chiaro se spontaneamente o meno.

In Argentina, però, non si è potuto non notare un dettaglio: Lula che indossava un berretto col la scritta CFK 2023, ossia Cristina Fernández de Kirchner 2023. Lo stesso che lei ha sfoggiato un paio di mesi fa durante un evento. Suggestioni? Quel berretto è arrivato in Brasile per mano di una deputata nazionale vicina alla attuale vicepresidente. La partita interna, in Argentina, è appena cominciata.

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