La 76esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, seppure a distanza e con un video messaggio registrato precedentemente, per il presidente argentino, Alberto Fernández, si è trasformata in una platea per contestare politicamente una scelta del precedente governo di Mauricio Macri. Il riferimento è al debito contratto con il Fondo monetario internazionale.

L’attuale leader della Casa Rosada lo ha definito, senza mezzi termini, “irresponsabile e tossico” per l’Argentina. Un discorso che arriva nel giorno in cui il paese paga la prima rata di capitale di quel debito, 1,870 miliardi di dollari, utilizzando, peraltro, fondi ottenuti lo scorso agosto dallo stesso Fmi come diritti speciali di prelievo.

Come sottolineato da Fernández, “le risorse approvate dal Fmi all’Argentina per questo debito insostenibile sono state di 57 miliardi di dollari, l’equivalente di tutti gli esborsi dell’organismo nell’anno della pandemia a 85 paesi del mondo”. Quello del presidente argentino è, dal punto di vista del suo esecutivo che ha ereditato il pesante debito, è un atto di accusa.


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“Non esiste nessuna razionalità tecnica o logica, né sensibilità politica che possa giustificare una simile aberrazione”. Peraltro, prosegue la sua critica, “gran parte di queste risorse concesse all’Argentina sono state fatte uscire dal paese grazie a una apertura irresponsabile del conto capitale”, ha aggiunto il presidente argentino.

L’Argentina porta avanti la sua proposta di riforma degli schemi del credito internazionale verso nuovi principi che tengano maggiormente conto delle difficoltà dei paesi compressi tra crisi economiche e debito estero. In altri termini, come già spiegato dai rappresentanti del governo di Buenos Aires al G20 dell’Economia di Venezia, i leader globali dovrebbero impegnarsi per un “accordo multilaterale inclusivo orientato ad affrontare le questioni legate alla ristrutturazione dei debiti sovrani”.

Secondo l’Argentina, infine, va nella giusta direzione – anche se “insufficiente” – la proroga della sospensione dei servizi del debito proposta dal G20, dal momento “che non affronta fino in fondo la questione sull’alleggerimento e la ristrutturazione dell’insostenibilità dei debiti”.

Argentina, dal 2008 deficit per 250 miliardi di dollari. Dal 1960 in negativo 9 anni su 10

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