Jair Bolsonaro torna a parlare di Argentina e di Alberto Fernández ribadendo la sua linea politica. Dopo le parole critiche delle ultime settimane, poi confermate dopo il voto argentino, il presidente brasiliano ha reso noto che non sarà presente alla cerimonia di insediamento di Fernández, il cui mandato comincia il 10 dicembre.

Alberto Fernández argentina bolsonaro brasile


“Non ci andrò, è deciso. Ho tifato e ho sostenuto l’altro candidato, ma dal momento che ha vinto lui, andiamo avanti. Da parte mia non ci saranno vendette e spero che lui continui a fare politica con noi, come fatto fino a questo momento da Macri”, sono le ultime dichiarazioni del leader verdeoro.

Bolsonaro critica l’impostazione della politica estera, già nota prima della sua elezione, di rinnovo del dialogo tra i governi riformisti del latinoamerica. Difatti Fernández, dopo aver incontrato esponenti del mondo di sinistra come Evo Morales, Luiz Inacio “Lula” da Silva, Pepe Mujica e gli europei Sánchez e Costa, ha intrapreso un viaggio in Messico per riunirsi con il presidente di sinistra Andrés Manuel López Obrador.


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Al centro dei colloqui, lo scenario regionale e la cooperazione tra i due paesi. Si tratta del primo viaggio all’estero come presidente eletto e conferma l’orientamento politico che verrà intrapreso a livello regionale. Nel corso delle visita sono previste inoltre riunioni anche con il magnate mondiale della telefonia, Carlos Slim, e diversi imprenditori locali.

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Caratteristica politica, quella di Alberto Fernández, che si è palesata anche quando ha invocato la libertà di Lula, uscita per nulla apprezzata da Bolsonaro, definita “un affronto alla democrazia brasiliana, e al suo sistema giudiziario”. “Fernandez sta sfidando il Brasile senza motivo, per come lo vedo io. Aspettiamo i suoi prossimi passi e, se sarà il caso, possiamo prendere qualche decisione in difesa del Brasile”, ha aggiunto.

Chiusura totale? Sarebbe impossibile e controproducente, anche considerando l’interscambio commerciale tra i due vicini sudamericani. E, difatti, Bolsonaro dichiara che “ho intenzione di parlarci, non chiuderemo le porte. Ora, siamo preoccupati e spaventati, considerando anche il gesto che ha fatto di invocare la libertà dell’ex presidente Lula da Silva”.

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