Positivo il bilancio del tour europeo intrapreso dal presidente argentino, Alberto Fernández: l’Argentina ha ottenuto il sostegno di Portogallo, Spagna e Francia sui negoziati relativi al debito. Con il Club di Parigi – verso il quale incombono, a maggio, scadenze per 2,4 miliardi di euro – e con il più ingombrante Fondo monetario internazionale.

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Il dialogo con l’istituto di Washington è ancora in itinere, manifestando, quest’ultimo, positività sul futuro accordo per ristrutturare il debito di 44 miliardi di dollari elargito nel 2018 all’allora governo di Mauricio Macri. La linea del governo di Buenos Aires è stata più volte ribadita dal ministro dell’Economia, Martín Guzmán: prima del 2023 l’Argentina non può onorare i suoi impegni.

Dopo Lisbona e Madrid, anche l’Eliseo ha espresso vicinanza al paese sudamericano. “La Francia è al vostro fianco, vogliamo che l’Argentina dialoghi in forma costruttiva con il Club di Parigi”, ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, incontrando Fernández. E, inoltre, “vogliamo che l’Argentina raggiunga un accordo con il Fmi”.


L’esecutivo di Buenos Aires lavora per una proroga delle scadenze con il Club, che avrebbe anche impatto nei negoziati con l’organismo multilaterale. In termini pratici, tra maggio, settembre e dicembre, tra Club di Parigi e Fondo monetario, i miliardi di dollari da ‘girare’ sono sette. Troppi per un paese stremato da recessione che preme dal 2018 e pandemia che ha ritrovato la sua forza drammatica con l’arrivo dell’autunno australe.

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Lo schema proposto dall’Argentina prevede il congelamento dei pagamenti più prossimi, l’esclusione di qualsiasi forma di dichiarazione di default nonché di ‘more’ per il ritardo nei pagamenti. Il tutto sulla base di un accordo di rifinanziamento del Club di Parigi dopo il nuovo ‘patto’ con il Fondo di tipo Extended fund facility, che consente di diluire i pagamenti del debito su un periodo più lungo.

Anche la Francia c’è. Ora tocca all’Italia. Alberto Fernández è arrivato a Roma nel pomeriggio di mercoledì 12 maggio. L’agenda prevede una udienza privata con papa Francesco, poi un pranzo con Sergio Mattarella al Quirinale e un dialogo con Mario Draghi a Palazzo Chigi. Con lui i ministri di Esteri ed Economia, a raccogliere istanze e suggestioni politiche ed economico-commerciali dei partner europei.

Fernández, sì anche dalla Spagna sui negoziati col Fmi. E investimenti in Argentina

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