Pubblicato il rapporto della commissione d’inchiesta parlamentare sulla scomparsa del sottomarino argentino Ara San Juan, avvenuta il 15 novembre del 2017. Il mezzo militare, con i suoi 44 membri dell’equipaggio senza vita, fu ritrovato solo un anno dopo, il 17 novembre del 2018.

Da allora, una inchiesta interna della Marina militare e indagini della magistratura stanno accertando le reali cause dell’affondamento ed eventuali responsabilità.

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Stando a quanto mette nero su bianco la commissione, il sottomarino è stato interessato da un principio di incendio nel locale batterie la notte del 14 novembre portando, undici ore dopo, alle 10.51 ora locale, a un “collasso strutturale”.


Ma il rapporto punta il dito – parlando di irregolarità di gestione – contro le alte sfere della forza armata. Si fa riferimento a un “contesto generale di mezzi economici in cui versano le forze armate, frustrando manutenzione degli armamenti, addestramento e capacità opeative”.

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Nel documento viene precisato che il primo segnale di allerta fu diramato dall’equipaggio alle 23.42 del 14 novembre, quando il tenente di vascello Fernando Vicente Villarreal chiamò il responsabile delle operazioni dei sommergibili, il capitano di fregata Hugo Miguel Correa. Lo informava “di un principio di incendio nel gruppo di batterie numero 3, che era comunque sotto controllo e che ritenevano causato dall’ingresso di acqua di mare attraverso il sistema di ventilazione”, secono l’audizione di Correa innanzi alla bicamerale.

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Da quel momento, ci sono state poco più di dieci contatti tra l’Ara San Juan e i vertici della Marina presso i quali c’è stata “una grave inziale sottovalutazione dell’incidente”, scrivono i parlamentari, perché “non è stato considerato un precedente gravissimo”, riferendosi a incidente a bordo molto simile verificatosi nel 1995.

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Il comportamento non regolare sarebbe da individuare nel “limitarsi”, da parte degli ufficiali incaricati, al comando di sospendere le operazioni di pattugliamento e rientrare nella base di Mar del Plata senza però inviare aiuti né notificare con celerità ai superiori la gravità dell’incidente verificatosi a bordo del San Juan.

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Una volta informato, il comandante della Marina, l’ammiraglio Marcelo Srur, secondo la commissione d’inchiesta, ha posto in essere misure “non del tutto logiche, non prendendo i fatti nella giusta dimensione né adottando specifici provvedimenti adeguati al caso”.

Oltre al piano militare, il rapporto avanza anche ipotesi di responsabilità politiche, enfatizzate soprattutto dai parlamentari di opposizione. Censurato l’operato del ministro della Difesa, Oscar Aguad: “Ha dimostrato una grave irresponsabilità funzionale sia durante la fase di emergenza sia in quella di ricerca e recupero (mai avvenuto, ndr)”.



“Le autorità politiche hanno lasciato alla Marina la gestione della crisi, omettendo supervisione e controllo della gestione della stessa ma anche nella comunicazione e rapporto con i familiari delle vittime e con l’intera società argentina”.

Incidentalmente, come comandante in capo delle forze armate, critiche anche al presidente, Mauricio Macri. A dire degli scriventi, l’inquilino della Casa Rosada “ha dimostrato un basso livello di coinvolgimento alla tragedia, poca energia sulla forza armata e spesso poca empatia verso i familiari dell’equipaggio dell’Ara San Juan”.

“Impossibile recuperarlo”. Sottomarino argentino Ara San Juan, arrivano le prime foto. E le prime difficoltà

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