Poche righe in un documento del Foreign Office rivolto ai cittadini britannici intenzionati a recarsi in Argentina sono bastate per aprire un caso. Tra Buenos Aires e Londra di certo non mancano le occasioni di scontro. “I terroristi potrebbero effettuare attentati in Argentina, anche senza un obiettivo specifico, includendo luoghi frequentati da stranieri e turisti”, si legge.

Il documento aggiunge che “dal 2004, a Buenos Aires e in alcune province del paese,  ci sono stati attacchi con piccole cariche esplosive, con tutta probabilità messi in atto da gruppi anti globalizzazione soprattutto contro istituti bancari”.


Immediata la reazione delle autorità argentine, scartando le estreme eventualità indicate dal Foreign Office. Una reazione molto critica, anche a causa degli altri ‘alert’ contenuto nel report britannico in cui è segnalato che “proteste e scioperi sono frequenti, spesso senza preavviso e soprattutto nella capitale. Altre marce, manifestazioni e picchetti sono pianificati per il prossimo futuro”.

Di conseguenza “occorre essere cauti ed evitare ogni forma di protesta e manifestazione”. Inoltre “occasionalmente ci sono state iniziative di protesta contro interessi britannici in relazione alle Falkland”.


Contattato dal quotidiano argentino Clarín, il Foreign Office ha provveduto a dettagliare le ragioni di una descrizione dello scenario argentino così esasperata. Il fine delle raccomandazioni, spiegano da Londra, è quello di informare costantemente i britannici che si recano oltre confine su eventuali situazioni di rischio, anche eventuali, comprendendo ipotesi di attentati da parte dei gruppi di terrorismo internazionale. E che le stesse raccomandazioni possono divergere da quelle fornite da altri paesi.

Gli stessi funzionari britannici, comunque, chiariscono che non si tratta di un un invito a evitare viaggi in Argentina e che le autorità locali erano informate sull’aggiornamento del Travel Advice pubblicato online.

Una sorta di chiusura ‘con polemica’ che qualcuno, a Buenos Aires, interpreta in chiave politica, legata all’imminente summit del G20, il 30 novembre e 1 dicembre. È difatti in programma l’arrivo della premier britannica, Theresa May, nella capitale argentina, viaggio messo in dubbio fino a pochi giorni fa per le difficoltà interne legate alla Brexit. Non è un segreto che nei momenti di tensione per le Malvinas, il Regno Unito chiedeva l’estromissione dell’Argentina dal G20.

Quello che è certo è che la premier May arriverà a Buenos Aires con una comitiva ridotta e che non è ancora deciso un bilaterale con Mauricio Macri, per il quale le diplomazie dei due paesi si stanno confrontando. L’ultimo incontro a due è quello del 2009 in Cile tra Gordon Brown e Cristina Fernández.

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