L’appello diffuso sui social ha portato a una “grande manifestazione della cittadinanza”. Dal pomeriggio di martedì 21 agosto le strade e piazze nei pressi del Congresso si sono riempite. L’obiettivo è stato quello di chiedere a gran voce la revoca dell’immunità parlamentare all’ex presidente Fernández de Kirchner. Dietro all’iniziativa promossa in rete sembra che ci siano figure legate al governo di Macri. Secondo La Nación, infatti, uno dei principali ispiratori della protesta sarebbe il coordinatore del settore di “analisi e controllo gestione” del ministero della Comunicazione, Ricardo Benedetti, considerato molto vicino allo stesso ministro Hernán Lombardi.

La protesta si è svolta la vigilia dello svolgimento di una importante seduta del senato: quella in cui si voterà, per la seconda volta, l’autorizzazione a procedere sulla richiesta della magistratura, nell’ambito dell’inchiesta guidata dal pubblico ministero Bonadio, per perquisire la residenza privata dell’attuale senatrice. Nell’agenda delle votazioni figura anche una importante legge che prescrive “l’estinzione del diritto di proprietà” nei casi di appropriazione indebita. Si tratta di una norma attualmente mancante nell’ordinamento argentino e che permetterebbe il recupero dei proventi della corruzione. Norma che, sottolineano gli addetti ai lavori, dovrebbe fare parte di un pacchetto di leggi fondamentali, che sono necessarie per l’ingresso del paese nell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.


La seduta del senato è staa già rimandata la settimana scorsa a causa della mancanza del quorum a causa dell’assenza dei senatori fedeli all’ex presidente. Tuttavia, non essendo stato raggiunto il numero minimo per la mancanza di un solo senatore, è risultata decisiva anche l’assenza di due membri del gruppo della maggioranza di governo. L’indagine in cui l’ex presidente si trova coinvolta è quella scaturita dal ritrovamento dei cosiddetti “quaderni della corruzione”, nei quali sarebbero annotati dieci anni di presunte tangenti versate ad esponienti del governo prima di Néstor Kirchner e poi di Cristina Fernández de Kirchner.


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