Dopo Roma, tappa fondamentale a Berlino nel tour europeo del presidente argentino, Alberto Fernández. Due ore e quindici minuti di faccia a faccia con la cancelliera, Angela Merkel, per illustrare la linea politica di Buenos Aires nella gestione dell’enorme debito estero. E Fernández strappa un ‘sì’ alle leader tedesca, che ha promesso di sostenere l’Argentina, anche in sede Fmi, per la rinegoziazione del debito finora contratto.

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“Siamo consapevoli che l’Argentina si trova in una situazione economica non facile e per questo è importante parlare delle nostre relazioni economiche e pensare come la Germania possa aiutare il paese”, ha dichiarato Angela Merkel.

Se Merkel ha definito Fernández “leader emergente” nella regione latinoamericana, il mandatario argentino ha ‘ricambiato’ definendo il suo paese “porta di ingresso per la Germania nella regione”.


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Una disponibilità che arriva anche dal mondo produttivo tedesco. La Camera di commercio argentino-tedesca, che conta circa 400 imprese associate e più di un secolo di attività nel paese sudamericano, ha dichiarato di voler facilitare investimenti in Argentina, nonostante il quadro macroeconomico avverso, a condizione che il governo di Buenos Aires vari “incentivi fiscali e legali”.

Tra tutte le promesse di investimento spiccano gli 800 milioni confermati dalla Volkswagen per gli impianti di Buenos Aires e Córdoba, peraltro in un momento storico in cui l’industria automobilistica argentina è costretta a registrare il segno meno. Guarda all’Argentina anche un altro gigante dell’economia teutonica. La Siemens ha manifestato il suo interesse per l’area petrolifera di Vaca Muerta e per la grande disponibilità di litio, fondamentale nella produzione di batterie.

Se Alberto Fernández ‘dimentica’ Cristina, almeno in economia

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