Nel difficile negoziato tra Argentina e Fondo monetario internazionale, per la ristrutturazione del debito da oltre 44 miliardi di dollari, sembra muoversi qualcosa dopo settimane di stallo. È il bilancio della visita lampo del ministro degli Esteri argentino, Santiago Cafiero, a Washington dove ha incontrato l’omologo Antony Blinken. “Sosteniamo con fermezza una economia argentina vibrante”, ha dichiarato il segretario di Stato Usa ribandendo il sostegno nei negoziati con il Fmi.

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Cafiero ricevuto da Blinken, foto twitter @SantiagoCafiero

Blinken ha incoraggiato il governo sudamericano a proporre un solido quadro di politica economica che riporti il paese alla crescita, dicendosi a favore di una soluzione positiva dei negoziati in corso. L’incontro tra i due titolari degli Esteri è stato tuttavia improntato a una analisi delle attuali relazioni bilaterali. L’Argentina, ha ricordato il ministro di Joe Biden, è un socio fondamentale degli Usa nel continente.

Tra Argentina e Fmi gli ostacoli da superare sono di ordine tecnico, sul diverso modo di raggiungere gli equilibri di bilancio. Tagli alla spesa, in modo particolare. Ma non meno importante è lo sfondo politico, sulla fiducia degli Stati Uniti che, col suo 17 per cento, è il socio di primo piano nell’organismo.


L’approccio del governo di Alberto Fernández segue inevitabilmente anche la ‘pista’ politica. C’era l’avallo di Donald Trump quando il Fondo ha concesso il maxi prestito all’esecutivo di Mauricio Macri e ora si cerca quello di Biden per il rifinanziamento dell’ingombrante debito.

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Il ministro degli Esteri argentino, Martín Guzmán, e Janet Yellen

Oltre a Blinken, però, c’è un’altra figura della politica Usa molto ascoltata da Biden. È la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, i cui pareri sul programma di recupero proposto da Buenos Aires stanno di fatto congelando la decisione americana. Il principale punto di frizione è la strategia per la riduzione del deficit argentino. Troppo lenta e dilatata negli anni, secondo Yellen.

Se il piano tecnico-economico è complicato, l’idea del governo albiceleste è di arrivarci con la politica. Poi sarà Biden a decidere una eventuale sintesi tra Blinken e Yellen, senza escludere che il presidente sposi interamente la linea del Tesoro. In questo caso per l’Argentina la scelta sarebbe tra la ‘resa’ e il default. E qui il nodo della politica estera argentina in America Latina.

Tocca ad Alberto Fernández rassicurare la Casa Bianca che l’Argentina può essere d’aiuto nel contenere la Cina nella regione latinoamericana, facilitare la transizione democratica in Venezuela, Cuba e Nicaragua, nelle politiche sul clima e diritti umani in ambito Onu dove l’Argentina presiede il consiglio per i Diritti umani.

I primi di febbraio il mandatario argentino sarà a Pechino ricevuto da Xi Jinping per rafforzare la collaborazione tra i due paesi, attività che, seppure legittima nella fluida logica multilaterale, non è gradita a Washington. E in Cina, peraltro, Fernández ci arriva da Mosca, dopo un bilaterale con Vladimir Putin.

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