Elezioni in Argentina 2021 – L’Argentina torna alle urne per le elezioni politiche di medio termine, due anni dopo le presidenziali di fine ottobre 2019, occasione nella quale gli argentini hanno rinnovato le quote di camera e senato previste.

Il voto di domenica 14 novembre serve a rinnovare 127 dei 257 seggi della camera dei deputati e 24 dei 72 al senato federale, chiamando alle urne gli elettori di otto province, ognuna delle quali elegge tre senatori: Córdoba, Corrientes, Tucumán, Chubut, Santa Fe, Catamarca, Mendoza e La Pampa.

Elezioni in Argentina 2021, un voto ‘parziale’ ma fondamentale

Si sono iscritti ai registri per il voto quasi 410mila argentini residenti all’estero, un totale equiparabile a una intera provincia per numero di votanti. Anzi, più alto rispetto alle province di Catamarca, Santa Cruz, La Pampa e San Luis. Il voto all’estero, al contrario di quello per gli argentini in patria, non è obbligatorio. Tuttavia, nelle ultime occasioni la partecipazione è in costante aumento.


Già alle presidenziali del 2019, difatti, la partecipazione è stata il triplo rispetto a quelle del 2015. Per queste elezioni politiche di medio termine sono gli argentini residenti in Spagna a contribuire maggiormente, con 102.486 elettori, seguiti da quelli negli Stati Uniti (95.311) e Brasile (21.599). In Italia sono in 19.974.

argentina elezioni politiche 2021 governo maggioranza opposizione

Alla luce delle precedenti primarie obbligatorie di settembre e degli attuali sondaggi, i numeri in gioco alla camera e al senato spiegano l’importanza. Le primarie hanno visto la maggioranza di governo fermarsi a circa dieci punti sotto l’opposizione di centrodestra e, sebbene non necessariamente una fedelissima anticipazione del voto successivo, sono un metro di analisi preso in considerazione con una certa definitività. Due mesi sono un lasso di tempo troppo limitato per costruire un ‘ribaltone’ presso l’opinione pubblica.

Elezioni Argentina 2021, cosa dicono i sondaggi sulle politiche di medio termine

L’esecutivo guidato da Alberto Fernández, secondo le previsioni e salvo grandi sorprese, rischia di perdere la maggioranza soprattutto al senato rendendo di fatto complicati i prossimi due anni di governo. Il Frente de Todos arriva a queste elezioni indebolito da inflazione senza tregua e disoccupazione, povertà in aumento anche conseguenza di pandemia e misure, gestione dell’emergenza sanitaria che ha innescato proteste diffuse.

L’economia, nonostante la ripresa e le stime dei principali organismi e osservatori internazionali, stenta, appensantita dalla forte svalutazione del peso e da livelli di inflazione seconda nella regione solo al Venezuela ‘fuori gara’. L’attuale amministrazione – ostacolata dalla situazione globale del 2020 – non è riuscita a invertire la criticità dei principali indicatori macroeconomici crollati già durante il mandato di Mauricio Macri (Economia argentina, Fmi: maggiore crescita nel 2021. Le incertezze legate al debito).

È così che il governo, già da diverse settimane, guarda al cosiddetto 15N, il 15 novembre chiamando l’opposizione a una sorta di patto repubblicano: lavorare tutti insieme sulle principali emergenze per la ripresa del paese. Appello finora caduto nel vuoto, effetto della ‘grieta’, l’esasperata divisione che politica e società in Argentina vivono ormai da decenni. Non è tuttavia escluso un piano di collaborazione futura che, in caso di sconfitta netta, porterà l’esecutivo a cedere su diversi punti dell’agenda.

argentina elezioni politiche 2021 governo maggioranza opposizione

Tra questi c’è il debito con il Fondo monetario internazionale, ingombrante e anche questo altamente politicizzato. I negoziati tra Buenos Aires e l’istituto di Washington proseguono con non poche incomprensioni ma con l’ottimismo manifestato sia da Kristalina Georgieva che dal ministro dell’Economia, Martín Guzmán. Si tratta di quasi 45 miliardi di dollari del credito Stand-By concesso nel 2018, da ristrutturare con un nuovo programma ‘spalmato’ su dieci anni. Ma il contendere è soprattutto legato al costo per le casse dell’Argentina e le riforme economiche che il Fmi esigerà.

Quest’ultimo punto divide la maggioranza nella quale ‘convivono’ due partner che la pensano diversamente: quella legata al presidente Fernández più aperta al dialogo con il Fondo e quella che fa capo alla vicepresidente, Cristina Fernández, che non vuole accettare condizioni politicamente impopolari nel segno di una linea sovranista.

È per questo che i vertici del Fmi chiedono che il prossimo programma venga accettato dalla maggior parte del panorama politico, economico e sociale del paese, con approvazione in parlamento. Dove, con ogni probabilità, dopo questa tornata elettorale, potrà contare su un numero di braccia alzate. Lo stesso terreno, però, sul quale potrebbe inasprirsi il confronto interno alla maggioranza (Debito Argentina, la condizione (politica) del Fmi al programma di ristrutturazione).

Chi sono i 5 imprenditori più ricchi d’Argentina + un italiano. Patrimonio, Forbes 2021

Rapporto italiani nel mondo 2021 Migrantes, è ancora in Argentina la più grande comunità all’estero

TI POTREBBERO INTERESSARE