Mancano poche ore al voto del Senato della Repubblica argentina sulla nuova legge di bilancio. Si tratta di una legge severa, che punta al raggiungimento del deficit zero entro la fine del 2019. Il provvedimento è centrale per il percorso di allontanamento dalla crisi finanziaria che l’esecutivo ha concordato con il Fondo monetario internazionale. Il sì della camera alta, infatti, onorerebbe di fatto gli impegni del governo Macri con il Fmi che, come noto, ha concesso un prestito di 57,1 miliardi di dollari in totale.

Il voto sulla legge di bilancio avrà anche pesantissime ricadute sociali e politiche. Avviene in un frangente in cui il paese si trova in una delicatissima congiuntura economica. Dall’inizio dell’anno il peso argentino ha subito una pesante svalutazione rispetto al dollaro. È passato dai 18 pesos per biglietto verde di gennaio ai quasi 40 di settembre. L’inflazione è cresciuta di pari passo: secondo le ultime stime dovrebbe superare il 40 per cento a dicembre 2018. Le strategie e i provvedimenti presi dal governo per stabilizzare la situazione, va detto, fino a oggi si sono rivelati inefficaci, almeno parzialmente.


L’approvazione della legge era stata messa in discussione dalla notizia di una imminente scissione all’interno del gruppo parlamentare dei peronisti moderati, cioè quelli che si sono allontanati dall’ex presidente Cristina Fernández de Kirchner avvicinandosi a Macri sulle questioni fondamentali per il paese. Tuttavia, la frattura dentro lo schieramento guidato dal senatore Miguel Ángel Pichetto è stata risolta ieri sera dopo un duro faccia a faccia e sembra essere limitata a due soli membri del gruppo. Con la conseguenza che l’esecutivo dovrebbe poter contare sul voto compatto dei peronisti moderati. Si contano infatti 47 voti favorevoli (25 espressione della maggioranza macrista) su un totale di 72 seggi.

Miguel Ángel Pichetto

Come avvenne per la prima votazione alla Camera dei deputati, tenutasi il 24 ottobre, anche oggi sono previste violente manifestazioni davanti al Parlamento. Come misura preventiva è stato disposto lo schieramento di un contingente di forze di sicurezza e sono stati posti dei valichi per limitare l’accesso palazzo del Parlamento.

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